PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Operato alla mandibola senza lasciare cicatrici in volto: l’intervento del futuro all’ospedale di Cremona

Corretto un grave disallineamento tra l’arcata dentale superiore e inferiore in un paziente di 33 anni: “Lavoriamo all’interno della bocca per non lasciare segni visibili”

Nessuna cicatrice visibile sul volto. Mandibola, intervento all’avanguardia

Eseguito, per la prima volta qualche giorno fa nell’ospedale di Cremona, un delicato intervento di chirurgia ortognatica, branca specialistica che si occupa del riallineamento di mandibola e mascella in caso di malformazioni.

Nicola Perderneschi, chirurgo maxillofacciale, ha operato un uomo di 33 anni che presentava la mandibola molto arretrata, a causa di una grave anomalia dello sviluppo delle ossa mascellari, con importanti conseguenze sia funzionali che estetiche. "Il paziente presentava uno scostamento di circa un centimetro tra l’arcata dentale superiore e quella inferiore – spiega Pederneschi –. Questa condizione aveva effetti sulla masticazione, salute dei denti e respirazione. Da non sottovalutare la componente estetica, in questo caso rilevante rispetto all’equilibrio del volto. L’intervento è servito a compensare il difetto".

L’intervento si può eseguire solo dopo che il paziente ha compiuto i 18 anni e per affrontare questo tipo di chirurgia è necessaria una accurata preparazione ortodontica pre-operatoria, che può durare da dodici a ventiquattro mesi. Con l’obiettivo di garantire un risultato ottimale, l’ortodontista e il chirurgo maxillo-facciale lavorano insieme per determinare la posizione ideale di mascella e mandibola. Una volta terminati lo studio sull’anatomia e la preparazione del paziente, l’intervento viene eseguito in anestesia generale e consiste nell’esecuzione di tagli e movimenti della mandibola al fine di riposizionarla in modo armonioso rispetto alla mascella. Poi la mandibola viene "assicurata" con il posizionamento di placche e viti in titanio.

"Un aspetto da non sottovalutare – aggiunge Pederneschi – è che questo metodo non lascia cicatrici visibili perché eseguito all’interno della bocca".

In sala operatoria con Nicola Pederneschi c’erano due medici del dipartimento di neuroscienze, Emanuele Stucchi e Camilla Dosio, l’anestesista Alessandro Liberto, lo specializzando Marco Moschino, gli infermieri strumentisti Michela Corbani e Gaetano Santarcangelo e l’infermierea di anestesia e rianimazione, Anna Manotti.