Omicidio Beccalli, Pasini assolto per mancanza di prove: "Clamoroso errore nelle indagini"

Le motivazioni della sentenza per il delitto di Crema, nel Ferragosto del 2020. Il corpo della vittima fu scambiato per la carcassa di un cane e quindi distrutto

Sabrina Beccalli con Alessandro Pasini

Sabrina Beccalli con Alessandro Pasini

Crema (Cremona) - "Ritiene il Giudice che non possa dirsi provata al di là di ogni ragionevole dubbio la responsabilità di Pasini Alessandro quale autore dell’omicidio di Sabrina Beccalli". Non ci sono prove. In 39 pagine il giudice dell’udienza preliminare di Cremona, Elisa Mombelli, motiva la sentenza con cui, il 29 ottobre 2021, ha assolto perché il fatto non sussiste il 46enne Pasini. Il gup riserva una notazione severa a una circostanza che ha condizionato in negativo la ricerca della verità: il corpo della Beccalli, combusto nella sua Panda data alle fiamme da Pasini, scambiato per la carcassa di un cane e distrutto in discarica.

"L’indagine è stata viziata da un clamoroso errore verificatosi nelle sue fasi iniziali che, avendo determinato la irrimediabile dispersione di gran parte dei resti della donna, ha di fatto impedito di accertare il meccanismo del decesso". Due tesi contrapposte per la notte di Ferragosto del 2020, in un appartamento in via Porto Franco, a Crema. Sabrina Beccalli, secondo l’accusa, è morta per un’emorragia cerebrale seguita a un colpo violento al capo, che aveva provocato due microfratture alla mandibola. Sabrina (è stata dall’inizio la difesa di Pasini, con gli avvocati Paolo Sperolini e Stefania Amato) è stata stroncata da un malore dopo avere consumato droga. L’aveva trovata, esanime, in bagno, con il volto insanguinato. In un quadro di incertezza, il gup ritiene l’ipotesi difensiva "processualmente plausibile" e "francamente spontanea e genuina" la versione di Pasini.

Non c’è certezza scientifica che il trauma cranico sia stato causato da una brutale aggressione e se anche fosse veritiera questa tesi non ci sono "elementi univocamente significativi" che ad attuarla sia stato Pasini. Entrambi avevano assunto cocaina, l’uomo anche eroina. Le analisi tossicologiche hanno rilevato nel corpo di Sabrina la presenza di cocaina e di un ansiolitico. In serata, prima dell’incontro con Pasini, aveva "consumato un significativo quantitativo di bevande alcoliche (alcune birre e diversi bicchieri di vino), versando, per l’effetto, in un grave stato di ebbrezza". L’ipotesi che "dopo avere consumato cocaina insieme al Pasini, possa avere accusato, per effetto del pericoloso mix di sostanze alcoliche e stupefacenti e di psicofarmaci, un malore farmaco-indotto non pare allora meramente astratta". È "non inverosimile" che, dopo essersi accorta della perdita di sangue dal naso, per effetto della cocaina sniffata, si sia alzata dal letto e abbia raggiunto, a fatica e lasciando più tracce ematiche, il bagno. Lì sarebbe crollata con un violento urto contro il bordo della vasca.

Uno dei cardini dell’accusa era il grido di una voce femminile udito dalla vicina di casa Maria Craciun: "Aiuto, aiuto ... no". Verosimile che l’invocazione provenisse da Sabrina. Ma per la sentenza la voce, "sofferente e strozzata", poteva essere di una persona colta da malore. Se la Beccalli fosse state inseguita e colpita dall’amico "le urla sarebbero state ripetute e ben più insistenti". Alessandro Pasini è stato assolto perché il fatto non sussiste anche dall’accusa di crollo di edificio (prima di allontanarsi aveva tagliato il tubo del gas). È stato condannato a sei anni per la distruzione del cadavere e l’incendio dell’auto.