Cava Alberti a Crema, "bene le verifiche"

Il presidente del Parco del Serio: non abbiamo ancora fatto il rogito. Concluderemo solo se non ci sono veleni

Il presidente Basilio Monaci

Il presidente Basilio Monaci

Crema -  «Il territorio dell’ex cava Alberti? Non è nostro". Parla Basilio Monaci, presidente del parco Serio, investito da polemiche in merito a un presunto inquinamento della zona che il parco del Serio intende acquistare, il territorio dell’ex cava Alberti, appezzamento che si estende al confine tra Crema e Pianengo, operazione interessata da un esposto depositato in Procura, nel quale si evidenzia che la zona sarebbe inquinata. Sia da una discarica (all’epoca autorizzata e regolare), sia da un presunto inquinamento delle acque dei due laghetti, che conterrebbero rifiuti chimici e alimentari. «Voglio dire una cosa importante – esordisce il presidente –: il territorio dell’ex cava Alberti non è di proprietà del parco del Serio. Noi abbiamo avanzato una proposta di acquisto a 100mila euro per il 90% del territorio acquisito a settembre da un privato che aveva vinto l’asta avanzando una proposta economica migliore della nostra (240mila euro, ndr ), offerta accettata dal nuovo proprietario. Ma prima di diventare titolari della zona, è necessario fare il rogito davanti a un notaio e, anche se tutto è già stato concordato, i tempi non sono brevi: se va bene firmeremo a fine luglio, altrimenti in settembre".

Quindi siete tranquilli? "Ma certo, ben vengano gli accertamenti di Arpa e magistratura. Così quando acquisiremo il terreno, tutto sarà chiaro, alla luce del sole, e tutti saranno tranquilli".

L’Arpa è già venuta a fare i prelievi? "Non mi risulta e poi è necessario chiarire una cosa: le zone che sarebbero inquinate non sono tutte nel territorio della cava Alberti, bensì al di fuori, in territorio di Pianengo. Si tratta di tre zone coinvolte in questa vicenda: due sono al di fuori della zona che vogliamo acquistare".

Si parla di finanziamenti regionali bloccati... "Altra barzelletta: non abbiamo chiesto alcun finanziamento. I 100mila euro necessari per l’acquisto della zona sono soldi del Parco. Una volta acquisito il terreno, se metteremo in campo qualche progetto, allora e solo allora chiederemo finanziamenti in Regione".

Però è vero che lì c’era la discarica di Crema. "Certo, lo sanno tutti e tutto si svolse alla luce del sole. Tutto era regolare e tutto quel che è stato fatto era nel rispetto delle leggi vigenti. Quindi...".