
Michael Bernardoni
San Bassano, 12 febbraio 2017 - Vincere il bullismo con la musica e con il coraggio. Nasce da un’esperienza personale il video musicale ‘A testa bassa’ di Michael Bernardoni, in arte Meid, 17enne di San Bassano, studente del liceo economico e sociale Racchetti di Crema. Il brano rap, pubblicato su YouTube venerdì pomeriggio, ha registrato in ventiquattro ore oltre quattromila visualizzazioni e una vera e propria ondata di condivisioni. «L’idea è nata ad agosto a un camp musicale a Peschici. Lì ho conosciuto Paolo Gentile, un produttore di Roma, che si è legato al mio percorso musicale, mi ha convinto a produrre questo brano, con l’idea di farlo arrivare all’interno delle scuole. Ho scritto il testo e abbiamo progettato la base strumentale, con il supporto degli Rkh Studio di Torino», racconta Michael. I luoghi dove il video è stato girato sono quelli della scuola media Marco Gerolamo Vida di San Bassano, frequentata dal giovane artista e dove ha purtroppo avuto esperienze di bullismo.
«Sono stato sfiorato da questo problema. Volevo che il mio video fosse soprattutto un faro e una luce per i ragazzi che subiscono vessazioni, luce che in quel periodo non ho avuto», sottolinea Michael. I protagonisti del video musicale, in parte girato per le strade di Formigara, sono alcuni giovani alunni della scuola media di San Bassano: Pierpaolo Maffezzoni, protagonista, Daniele Pozzetti e Federico Agazzi. Ma quando è nata questa passione per la musica? «Mi sto rendendo conto che sono sempre stato legatissimo alla musica, ho iniziato a suonare la chitarra e a scrivere le mie prime canzoni da piccolo», racconta Michael che sta già lavorando anche a progetti nuovi. «Per il momento voglio concentrarmi sulla pubblicizzazione di ‘A testa bassa’, vorrei che fosse un progetto capace di aiutare tante persone. Sto lavorando anche ad altri pezzi che usciranno molto presto».
Il video è stato girato nel mese di gennaio e mette in luce quello che purtroppo tante volte non si vede, ovvero le dinamiche tipiche del bullismo fatte di sarcasmo, cattiveria, omertà e sostanziale apatia affettiva da parte di chi lo pratica. Dal brano emerge anche forte la sofferenza della vittima, chiusa dentro il proprio dolore in un crescendo che si scioglie nel finale, nell’incontro con il rapper.