Fleximan colpisce a Cremona. Dai fili tagliati alle telecamere oscurate: tutti gli espedienti dei sabotatori di autovelox

Blitz a Martignana di Po dei vandali armati di flessibile che segano alla base i pali di sostegno degli impianti. È il decimo raid del genere

A destra, l'autovelox tagliato a Martignana di Po

A destra, l'autovelox tagliato a Martignana di Po

Martignana di Po (Cremona) – “Fleximan” in azione anche in Lombardia. È successo ancora, stavolta a Martignana di Po, dove sull’Asolana un autovelox non ha resistito più di 24 ore. Nottetempo una o più persone si sono accanite contro il palo che lo sosteneva, segandolo alla base senza toccare i fili per evitare di restare folgorati e poi lo hanno adagiato a terra, non dalla parte della strada, ma da quella del campo, per evitare che qualche automobilista lo colpisse. Ma quello di Martignana Po è solo l’ultimo degli autovelox caduti in servizio: dieci solo negli ultimi mesi.

Odiatissimi dagli automobilisti, gli impianti da qualcuno vengono contestati, da altri invocati per costringere a rallentare (o per fare cassa) e ora persino attaccati. Ma la tecnica del taglio, radicale, di “Fleximan", è solo l’ultima trovata per metterli fuori servizio: qualche tempo fa a San Daniele Po, dove l’autovelox aveva inflitto migliaia di multe a chi, distrattamente, superava il limite, è stato travolto e abbattuto. E poi non tutti i misuratori di velocità albergano sopra un palo che si può, con le dovute precauzioni, abbattere.

Altri sono più difesi, come quello che sta sulla Paullese in prossimità di cascina Gallotta di Sopra, in territorio di Castelleone, che è abbarbicato al muro della cascina stessa. C’è da dire che il confratello che stava dall’altra parte della strada, attaccato a un palo, per evitare vendette è stato disattivato e portato via. Ma solo dopo milioni di euro di multe. Furbi quelli che hanno messo fuori uso l’autovelox che stava sulla strada Serenissima in prossimità di Soncino. Altro mietitore di euro e punti patente, a un certo punto ha smesso di funzionare. Ci sono volute un paio di settimane per capire che qualcuno aveva tagliato i fili dell’alimentazione e il sistema non poteva più scattare foto ai piedi pesanti che transitavano sul lungo rettilineo che invita alla velocità.

Altro autovelox caduto in servizio è quello fisso di Madignano, messo sulla Paullese in prossimità di una curva che assomiglia a una parabolica dell’autodromo di Monza. Inutile dire che il limite dei 50 orari era davvero disatteso da moltissimi. E l’autovelox messo lì ha fatto stragi, ma per poco perché qualcuno ha inteso risolvere il problema alla radice, tappando i due buchi che ospitano le telecamere. Un espediente che è valso il pensionamento dell’autovelox perché ogni qualvolta le pezze venivano tolte, immediatamente nottetempo ricomparivano, senza che la polizia locale arrivasse mai a capire l’autore del rattoppo. Infine, qualcuno ha pensato a un sistema infallibile. A Ripalta Nuova il sindaco, stanco del passaggio a velocità pericolosa del paese non solo ha messo il telelaser, ma anche un rilevatore sempre laser di velocità sia in ingresso, sia in uscita dal paese. E i piedi pesanti non scappano più.