GUIDO BANDERA
Cronaca

Seconda ondata in Lombardia: ecco l’autostrada del virus / IL GRAFICO

Milano, Monza e Varese: positivi oltre trenta residenti ogni mille. E torna a crescere il rapporto di infettati sui pazienti sottoposti a test

La curva di terapie intensive e decessi

La curva di terapie intensive e decessi

Milano, 13 novembre 2020 - Da luglio a novembre, dritto al cuore popoloso della Lombardia. La cartina delle strade seguite dal virus nella seconda ondata, disegnata con i numeri dell’espansione dei casi in rapporto alla popolazione, certifica la sovraesposizione di Milano, dell’hinterland, di Monza e del Varesotto, dove nelle ultime ore torna a salire anche la quota di positivi fra i testati. Mentre Bergamo, devastata dai lutti di marzo e aprile, spinti anche dalla mancata istituzione della zona rossa, è invece l’area dove l’incidenza del Covid19 è cresciuta di meno in Lombardia. Il 24 luglio, quando la prima ondata era finita e già ci si apprestava all’estate fra spiagge e polemiche sul distanziamento, il capoluogo orobico segnava 1,33 infettati ogni 100 abitanti. Milano ne aveva 0,76, ovvero, neppure otto casi su mille residenti. Monza era a quota 0,67%, ovvero meno di sette positivi ogni mille cittadini. Varese, addirittura, ne aveva circa la metà, lo 0,44%.

L’istantanea dell’11 novembre racconta invece una realtà capovolta. A Milano e Monza si è arrivati intorno alla quota del 3,3% di positivi: trentatré ogni mille residenti. E l’aumento è stato di 2,63 casi su cento a Monza e di 2,5 esatti a Milano e provincia. Record assoluto. Dalla coda alla cima della classifica. Al duo di testa, poi, si aggiunge Varese, dove il virus ha recuperato tutto il terreno perso. Dallo 0,44% della popolazione colpita al 2,93%: +2,49%, ovvero venticinque casi in più ogni mille abitanti, tutti frutto del contagio d’autunno, in pratica la stessa prestazione di Milano. Bergamo, al contrario, passa dai 13 positivi ogni mille residenti di fine luglio ai quasi 19 di oggi. Una crescita di circa 5 casi su mille. Quota lontanissima dal fenomeno che ora sta conoscendo l’area ovest della regione. E Lodi, il territorio della prima zona rossa di Codogno e del cosiddetto Paziente 1? Oggi è intorno al 3% di positivi (2,87% l’11 di novembre).

La curva di terapie intensive e decessi
La curva di terapie intensive e decessi

A luglio aveva un’incidenza di casi su 100 residenti di 1,57, ben al di sopra di Bergamo. Oggi, a distanza di circa quattro mesi, inevitabilmente, si è vista una crescita, 13 casi in più ogni mille abitanti. Ma nulla rispetto alle zone vicine. Secon do l’Università di Bergamo, che sulle dinamiche della nuova espansione del Covid ha dedicato uno studio, parte di questo fenomeno si spiega con una parziale maggiore immunizzazione nell’area più toccata dal flagello a marzo e aprile e in parte, in virtù dei lutti e della paura, con una maggiore propensione a proteggersi dai rischi in quelle popolazioni che più hanno sofferto. Intanto, i numeri del 12 novembre sembrano cancellare le tiepide speranze dei giorni scorsi. Il rapporto positivi-tamponi torna a salire. Su quasi 43mila test, 9.291 positivi. Pari al 21%, contro il 15,5% del giorno prima. Aumentano i letti occupati in terapia intensiva (782), ma solo di 18 unità (ieri erano 56). Ma crescono i decessi, 187 in 24 ore, per un totale di 18.910 vittime da inizio pandemia. Gli aumenti maggiori dei contagi si registrano a Milano (4.066 in più, di cui 1.375 in città), Varese (+1.160), Monza (+1.028) e Como (762).