Covid Hotel: quarantena e burocrazia. Chi si candida e chi non vuole i malati / LA MAPPA

In regione 44 punti destinati alla convalescenza dei positivi. Sul Lario uno solo: pesa il danno di immagine

Covid Hotel in Lombardia

Covid Hotel in Lombardia

Milano, 19 novembre 2020 - Chi ha scelto di aprire le porte, sottoporsi ai costi della vigilanza sanitaria, ma approfittare dell’opportunità di tappare la falla dello stop forzato con i soldi, 85 euro, di rimborso per ciascun ospite. E chi invece non sopporta l’idea di “macchiare“ l’immagine dell’azienda accostandola al virus. I Covid hotel in Lombardia sono in tutto 44, molti già operativi, altri invece ancora “candidati“. Burocrazia, costi, dubbi e diffidenze ne hanno limitato il numero. Ecco la situazione nelle province. 

A Milano e provincia sono 12 le strutture inserite nel piano Covid. Di queste, nove si trovano in città e cinque nei comuni della cintura milanese, fra San Donato, Trezzano sul Naviglio e Pioltello. Provincia di Brescia. Qui sono attualmente tre le strutture con cui Ats ha siglato lconvenzioni per attivare i Covid hotel, per un totale di 140 posti. Nel capoluogo, aprirà a breve le porte il Centro Paolo VI, messo a disposizione dalla Diocesi. Sempre in città si trova l’Hotel Igea con 12 camere, mentre Casa Bonotto di Desenzano potrà ospitare fino a 40 persone. In dirittura d’arrivo due convenzioni con altrettante strutture, una a Brescia ed una sul Garda, per ulteriori 70 posti. 

In provincia di Bergamo un solo hotel si è reso disponibile per ospitare pazienti Covid in quarantena: l’Hotel Antico Borgo La Muratella di Cologno al Serio. La struttura già a primavera, durante la prima ondata, aveva accolto pazienti Covid insieme ad altre tre strutture della provincia. Attualmente sono 29 le persone ospitate a La Muratella, di cui nove asintomatici e 20 in seguito a dimissioni ospedaliere. La struttura può arrivare ad accogliere fino a 56 persone. «Pensiamo di poter dare il nostro contributo al territorio cercando di mantenere in vita l’attività dell’albergo», aveva detto il titolare Gianluca Marcucci alla firma della convenzione. 

Provincia di Lodi. Qui al momento l’unico Covid Hotel è a Lodi Vecchio, l’Alpa Hotel, quello che è stato il centro d’accoglienza per migranti più grande del territorio. L’Ats della città metropolitana nei giorni scorsi ha avviato un confronto con i sindaci di Lodi e San Martino in Strada per ricercare due nuove strutture. A San Martino in Strada si parla del Silk Motelcon 40 posti letto. A Lodi, dove non è mai partito il progetto di messa a norma dell’ex Una Hotel, struttura in zona San Grato, chiusa da anni, per ora sono in corso solo delle valutazioni. Provincia di Sondrio. In Valtellina finora hanno aderito in 3. In corso la valutazione delle strutture, che ancora non sono state aperte.

Provincia di Pavia. Tre le strutture che nel Pavese hanno aderito al bando per diventare Covid hotel: un ostello di via Lombroso, Unihousing, che di solito ospita studenti, Villa Lomellini, in via Cavour a Montebello e l’hotel Salus di Salice Terme.  Province di Como e Lecco. Nel Comasco, nonostante la crisi morda in modo particolare il territorio, ricco di alberghi e ad elevata vocazione turisticuna sola struttura ha presentato la candidatura. Una anche nel Lecchese, non un albergo ma il panoramico Ostello del Monte Barro. 

Monza e Brianza. Per il momento, l’unico Covid Hotel del territorio è l’Euro Hotel Residence, di Concorezzo, alle porte di Monza, che si è candidato a diventare un Covid hotel. Quaranta delle sue 99 camere di albergo extra-lusso potranno ospitare pazienti positivi dimessi dagli ospedali. Cremona e Mantova. Nel territorio fra i più colpiti della Bassa Lombarda risultano quattro candidature. Una nel Mantovano.