Coronavirus Lombardia, Trivelli: più restrizioni? Valutazioni giornaliere con Cts

Il dg del Welfare lombardo: "Il livello di ospedalizzazione è ancora basso, ma sta crescendo rapidamente . Il vero problema sarà a gennaio-febbraio"

Il dg del Welfare lombardo Marco Trivelli

Il dg del Welfare lombardo Marco Trivelli

Milano, 14 ottobre 2020 - Oggi in Lombardia si sono registrati 1844 nuovi positivi, con 17 decessi. Per  Marco Trivelli, direttore generale Welfare della Regione Lombardia, "in questo momento occorre fare molta attenzione e riuscire a gestire gli asintomatici, che sono tantissimi e devono essere posti in isolamento. Sono casi non facilmente intercettabili e stanno alimentando la crescita dei contagi".

"Vediamo anche oggi una situazione di grande aumento e adesso procediamo con valutazioni ogni giorno. Il confronto con il nostro Cts regionale è diventato costante, anche stasera", sebbene il prossimo incontro sia fissato "per venerdì. La Regione può pensare di proporre misure più restrittive rispetto al Dpcm, vedremo se bisogna fare qualcosa".  C'è il famoso ventaglio di opzioni sul tavolo. I temi caldi su cui c'è dialogo costante sono quelli "riguardo ai quali abbiamo chiesto anche al ministero nei giorni scorsi: orari differenziati per l'ingresso nelle scuole per poter differenziare i percorsi e l'affluenza sul trasporto pubblico locale, anticipare la chiusura di alcuni esercizi pubblici, incentivare lo smart working, dove possibile tornare a lavorare a domicilio e riuscire a limitare ancora per qualche settimana gli spostamenti. Perché il problema vero sarà a gennaio e febbraio", con anche la stagione influenzale nel suo pieno. "Adesso preoccupa questo esordio" con questi numeri in rialzo, "essendo l'inizio della stagione autunnale invernale".

Il Dg distingue due piani. Da un lato i contagi, dall'altro la pressione sul sistema sanitario. Sul fronte ricoveri, "il livello di ospedalizzazione è ancora basso, ma sta crescendo rapidamente e dobbiamo attrezzarci per un aumento consistente nelle prossime settimane. Dobbiamo da questo punto di vista rivedere le strategie. Il piano attuale è molto concentrato sull'alta intensità di cura", quindi sulle terapie intensive e semi-intensive, "ma oggi abbiamo un'epidemiologia diversa da marzo, quando abbiamo visto concentrazioni in alcune zone della Lombardia, situazioni in cui il contagio era tantissimo, un magma enorme, con conseguente aumento consistente dei casi gravi. Oggi nella regione vediamo un contagio molto diffuso, in modo omogeneo sul territorio e meno concentrato".  Preoccupa la metropoli. "Milano era rimasta fuori dal pericolo nella cosiddetta 'fase 1' dell'epidemia, ma "la sua densità abitativa facilita il contagio". In generale, "stiamo partendo alti". E non si vuole arrivare a vedere di nuovo un aumento esponenziale dei casi gravi. "Il livello d'attenzione è massimo proprio per evitare questo", conclude Trivelli.