
Emergenza Coronavirus
Milano, 11 ottobre 2020 - Coronavirus, la curva dei contagi continua a salire, ma molto più lentamente. Ieri l’incremento è stato di 352 casi (a fronte dei 914 di venerdì, i 740 di giovedì e i 1.001 di mercoledì) da 5.372 a 5.724. I morti sono 29 (24 ore prima, 28), le terapie intensive, ora 380, salgono di appena 3 (+0,8%, l’altroieri +29), i ricoverati con sintomi aumentano di 250 (venerdì +161) fino a quota 4.336 (+6,1%), le persone in isolamento domiciliare sono 65.637, 3.968 più. Solo nei prossimi giorni capiremo se è un temporaneo rallentamento della curva prima di una nuova accelerazione, o l’avvicinamento del picco.
E la Lombadia fa la sua parte: sono più che triplicati in meno di una settimana i positivi intercettati quotidianamente. La nostra regione ha toccato i 1.140 nuovi casi, scoperti processando 22.910 tamponi. Solo martedì scorso i nuovi positivi in Lombardia erano 350 (ma su 16.020 tamponi), il giorno dopo 520 con 21.569 test, giovedì 683 su 22.069 tamponi, venerdì 983 su 25.623 test: in quattro giorni il rapporto tra controlli e casi di coronavirus è più che raddoppiato, passando dal 2,1 al 4,9 per cento. Non è diversa la situazione di Milano, che martedì aveva 153 nuovi positivi in tutta la provincia di cui 81 in città, giovedì aveva quasi raddoppiato a 282 di cui 133 nel capoluogo, venerdì ha superato i 500 di cui più di metà (258) in città e ieri, infine, è balzata a 587 casi in ventiquattr’ore di cui 312 nel solo capoluogo: il doppio di quanti ne registrasse l’intera area metropolitana appena quattro giorni prima.
In aumento anche Monza e Brianza (da 108 a 133), Lecco (da 10 a 40), Cremona (da 7 a 25), Brescia (da 45 a 57), Lodi, mentre Varese scende da 107 a 91. La preoccupazione per la Lombardia è confermata anche dall’analisi del rapporto tra nuovi contagi e tamponi tra i mai testati: la regione balza dal +6% di venerdì al +8%, facendo peggio della media nazionale, che è in lieve aumento dal +6,9% al 7,15%. La Lombardia quasi doppia la Campania – seconda per i nuovi casi – che scende dai +769 di venerdì a +664 (-105) e ha un tasso contagiati/nuovi testati in discesa dal 9,8% all’8,05%: quasi 2 punti ma all’opposto della Lombardia.
Un incremento quotidiano di questa portata non si vedeva da metà aprile, quando c’erano più di dodicimila malati di Covid negli ospedali e più di mille in terapia intensiva, e ogni giorno più di duecento persone in Lombardia morivano per cause ascrivibili al nuovo coronavirus. Ieri in terapia intensiva c’erano 44 lombardi (come il giorno prima), nei reparti Covid ce n’erano altri 408 (37 più di venerdì) e i morti sono stati due, dei 29 contati in Italia. I nuovi contagi, diversamente da quanto accadeva nell’aprile della Lombardia-focolaio, erano un quinto del totale nazionale. Insomma numero di contagi è simile ma la situazione molto diversa da quella di sei mesi fa, quando il sistema sanitario regionale travolto dalla pandemia riusciva a testare solo i sintomatici gravi.