Coronavirus, in Lombardia ridotta attività di chirurgia ordinaria. L'appello del Niguarda

Gli ospedali si stanno rimodulando per l'aumento dei casi di Covid. I medici "Il nostro impegno non basta, occorre un ulteriore sforzo da parte di tutti"

Coronavirus, pronto soccorso dell'ospedale Niguarda

Coronavirus, pronto soccorso dell'ospedale Niguarda

Milano, 23 ottobre 2020 - Graduale riduzione delle attività di chirurgia ordinaria, ovvero delle operazioni programmate differibli (quindi non le urgenze), in Lombardia. E' una decisione della Regione. La riduzione varia a seconda degli ospedali in base alla situazione di ciascuno.

Gli ospedali si stanno rimodulando per l'aumento dei casi di Coronavirus. Al San Raffaele è stato riaperto uno dei due reparti di terapia intensiva realizzati in tensostrutture nella scorsa primavera grazie alle donazioni raccolte con la campagna lanciata da Chiara Ferragni e Fedez. Al momento sono otto i pazienti - sei arrivati dal pronto soccorso del San Raffaele e due provenienti da altri ospedali - ricoverati nel più grande dei due 'pallonì allestiti sui campi sportivi dell'università, in modo da evitare di ricoverare malati di Covid in ospedale, preservando gli altri degenti e il resto delle attività.

Dal Niguarda dove si è passati dai due positivi Covid alla settimana al pronto soccorso della scorsa estate a una media di trenta al giorno è arrivato un appello via Facebook: "per poter gestire questa difficile situazione il nostro impegno non è abbastanza, occorre un ulteriore sforzo da parte di tutti. Ci affidiamo alla responsabilità e alla coscienza di ciascuno, nel seguire le regole e le raccomandazioni ed evitare, per quanto  possibile, tutte quelle attività, potenzialmente a rischio, che non siano strettamente necessarie".