Vicequestore condannata: 2 anni per falso

Doveva rispondere di indebite percezioni, rimborsi per l’affitto di casa nonostante avesse un di servizio, e falso per una richiesta...

Doveva rispondere di indebite percezioni, rimborsi per l’affitto di casa nonostante avesse un di servizio, e falso per una richiesta dei certificati penali di 11 guardie giurate. Al processo di primo grado a carico della dirigente di polizia M.R., sotto inchiesta nel 2017, il tribunale -, come richiesto dalla stessa procura, per il mancato raggiungimento delle prove - ha assolto l’allora vicequestore dall’accusa di indebite percezioni perché il fatto non sussiste, mentre l’ha condannata a due anni (pena sospesa) per il falso: la pm Silvia Marchina aveva chiesto un anno. L’avvocato della difesa Giulio Di Matteo aveva invocato l’assoluzione per entrambi i capi di imputazione. Il collegio presieduto dalla giudice Anna Ponsero (a latere i colleghi De Magistris e Longobardi) ha restituito gli atti alla procura perché valuti se indagare la poliziotta per calunnia nei confronti del funzionario che sarebbe stato indicato da lei come l’autore del documento al centro del caso.

Secondo l’accusa, la poliziotta sarebbe stata l’autrice di un documento falso con cui si chiedeva il rilascio di 11 certificati del casellario giudiziario su eventuali carichi pendenti per 11 guardie giurate di un istituto di vigilanza. Documento su cui era stata apposta una firma contraffatta, del dirigente della prefettura. "L’imputata dice di non essere stata lei, ma le risultanze processuali la smentiscono", la valutazione della pm. Secondo la difesa non c’era "nessuna prova di contraffazione" a opera sua.

Per quanto riguarda l’alloggio di servizio, di cui la dirigente godeva anche se le veniva rimborsato il 90% dell’affitto di un appartamento, il questore aveva testimoniato in aula che – come altre persone – era stata da lui autorizzata, come previsto nel caso ci sia la disponibilità.

Francesco Donadoni