Valle d'Intelvi, in 300 per salvare l’antica funicolare: "Servono 10 milioni"

In tanti hanno partecipato alla giornata di visita dell'antico collegamento chiuso da 45 anni e adesso si lavora a un project financing

I membri dell'associazione che vuole riaprire la funicolare

I membri dell'associazione che vuole riaprire la funicolare

Lanzo d'Intelvi (Como) - Festeggerà, si fa per dire, i 45 anni di chiusura il prossimo 19 settembre la funicolare della Valle Intelvi, costruita nel 1907 per collegare Lanzo con Santa Margherita in Valsolda. Mezzo secolo di oblio è bastato per farla dimenticare ai turisti, ma non agli abitanti della valle che da sempre coltivano il sogno di poterla rimettere in funzione.

Da alcuni anni si è costituita un’associazione con questo scopo che un paio di giorni fa ha organizzato una visita a quel che resta della struttura. A sorpresa si sono presentate più di 300 persone e tra di loro c’erano anche moltissimi turisti. "La giornata è stata un successo straordinario - sottolinea Adalberto Piazzoli, presidente del Comitato Promotore per il Ripristino – che conferma l’attaccamento del pubblico a questo impianto storico per la valle, nonostante si chiuso da 45 anni. In questi trent’anni abbiamo impedito il degrado della struttura e la sua alienazione supportando Regione Lombardia nelle varie cause legali che si sono succedute. Da quando Regione Lombardia nel 2011 è rientrata definitivamente in possesso dell’impianto abbiamo fatto passi da gigante: ben due studi confermano la fattibilità del recupero e la sostenibilità economica della gestione con un punto di pareggio non proibitivo".

Per recuperare l’antica funicolare però servono non meno di 10 milioni di euro, una cifra che fino a un paio di anni fa sembrava proibitiva, ma adesso potrebbe essere trovata nelle pieghe del Pnrr. "Occorre fare l’ultimo passo - conclude Piazzoli - finanziare il progetto definitivo e le opere magari anche con un project financing". L’assessore regionale ai Trasporti, Claudia Terzi, sembra possibilista.

"Questa funicolare come quella di San Pellegrino Terme che abbiamo riattivato a luglio - spiega - rappresenta un valore aggiunto per il turismo in tutta la Val d’Intelvi". Nel periodo del suo massimo fulgore, a cavallo tra gli anni venti e trenta del ’900, si arrivava anche a 30mila viaggiatori l’anno. Abbastanza per sostenere i costi di gestione anche oggi.