Como, umiliazioni pubbliche e private: a processo il marito-padrone

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Per sfuggire alle violenze che si trascinavano da anni, lo scorso anno era scappata di casa. Ieri mattina, davanti ai giudici del Tribunale Collegiale di Como, la donna, 45 anni, ha ripercorso otto anni di maltrattamenti e violenze sessuali che avrebbe subito dal marito, un 46enne finito ora a processo. La denuncia era stata fatta a settembre dello scorso anno, dopo che la donna aveva abbandonato la casa di Longone al Segrino in cui vivevano i coniugi, entrambi comaschi, raccontando una serie di condotte umilianti a cui la sottoponeva il marito, senza che lei avesse mai il coraggio di sottrarsi, per il timore di peggiorare la situazione. Ma anche di violenze sessuali ripetute.

Secondo quanto riferito dalla vittima, l’uomo la picchiava spesso, anche sul viso, strappandole i capelli e assestandole pugni e schiaffi, anche in presenza della loro bimba, che avrebbe anche minacciato di picchiare come faceva con la madre. Denigrazioni che avvenivano anche fuori casa, in presenza di altre persone: le intimava si stare zitta, alzava la voce e gridava umiliandola e insultandola. Ogni giorno la donna era obbligata a fargli trovare gli abiti pronti secondo le sue richieste - mutande in bagno e vestiti in camera - e prima del suo ritorno a casa doveva fargli trovare pronta la vasca da bagno.

Dopo la denuncia, resa ai carabinieri di un’altra regione, dove la donna si è rifugiata da un anno, sono stati sentiti testimoni tra cui la figlia, e prodotti audio e video realizzati dalla donna. Ieri si è aperto il processo, in cui l’uomo – che non era presente - è accusato dal pubblico ministero Massimo Astori di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale. Paola Pioppi