Terza linea dell’inceneritore: sindacati e verdi contro

Acsm-Agam vuole potenziare l’impianto de “La Guzza“ e bruciare anche i fanghi da depurazione

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Per usare un eufemismo non piace agli ambientalisti comaschi l’idea che l’inceneritore cittadino, che ha già un paio di linee attive, possa aggiungerne una terza per bruciare i fanghi da depurazione. Il progetto, allo stato attuale è poco più di un’idea, è stato lanciato da Acsm-Agam con l’effetto di mandare su tutte le furie Legambiente, Circolo Ambiente, Fridays for Future, Wwf e Arci. "In una Regione con un’eccedenza di impianti di incenerimento di rifiuti, più che sufficienti rispetto al fabbisogno, una politica compatibile con l’ambiente non può permettere che se ne aggiungano di nuovi ma si deve programmare la chiusura degli impianti più vecchi - si lamentano i verdi soprattutto perchè nel 2020 si sarebbe dovuta chiudere la seconda linea de La Guzza, che invece è stata potenziata -. Non comprendiamo perchè Como si sia candidata per la gestione di oltre l’80% dei fanghi provenienti anche dalle province di Sondrio, Lecco, Varese e Monza Brianza. Nella migliore delle ipotesi ci sarà un incremento di emissioni inquinanti comprese quelle legate al traffico di mezzi pesanti". Secondo gli ambientalisti ci sono altre soluzioni a portata di mano per migliorare la qualità dei fanghi e consentire il loro riutilizzo in agricoltura.

"L’obiettivo dichiarato da Acsm-Agam di dimezzare l’emissione di Co2 riguarda le due linee già esistenti che bruciano i rifiuti e non la nuova che verrebbe impiegata per i fanghi". Sono scettici anche i sindacati, preoccupati per i residenti nei paesi vicini all’impianto, ovvero Casnate, Grandate e Albate. "Sarebbero oggetto di una nuova fonte di inquinamento aggiuntiva alle due linee esistenti – spiegano i responsabili di Cgil, Cisl e Uil - Lo stesso dicasi per i lavoratori del forno inceneritore".