Como: un festival celebra Alessandro Volta, ma il suo tempio è in abbandono

Il tempio dedicato allo scienziato e illustre concittadino è in crisi fra crolli, vetri rotti e progetti fermi

Tempio voltiano

Tempio voltiano

Como, 16 maggio 2019 - Strano ma vero. A Como c’è un’intera generazione di bambini, quelli che non hanno ancora compiuto dieci anni, che non si ricorda la bellezza del lungolago e praticamente non sa chi era Alessandro Volta, il papà della pila, nonché il più illustre tra i comaschi. Per il lungolago la colpa è tutta dello sciagurato cantiere delle paratie, nel secondo trovare il colpevole è più difficile anche se di certo il fatto che il principale monumento che ricorda il grande scienziato, il Tempio Voltiano, ovvero il solenne edificio a lui dedicato, di sicuro non aiuta. Un tempo era facile, bastava mettere mano al portafogli ed ecco il volto un po’ perplesso del sciur Alessandro sulla banconota da diecimila lire con la pila stilizzata dall’altra parte. Ancor prima che i selfie diventassero di moda farsi fare una foto con il “deca” in mano e il Tempio Voltiano sullo sfondo era una specie di rito per chiunque faceva tappa in città.

I bei tempi del monumento dedicato al più illustre cittadino di Como sono terminati più o meno una decina di anni fa, quando con il passaggio all’euro il suo nome e la sua storia sono finiti nel dimenticatoio. Così per il tempio inaugurato nel 1928, in concomitanza con l’esposizione celebrativa per il primo centenario della morte dell’inventore della pila, è iniziato un lungo oblio. I biglietti staccati per l’ingresso al piccolo museo ospitato all’interno della struttura sono diventati talmente pochi che in alcuni giorni dell’anno li si può contare sulle dita di una mano, mentre le scolaresche hanno lasciato il posto ai turisti americani che preferiscono aggirarsi per la città sulle tracce di George Clooney che però arriva sul lago solo d’estate e soggiorna a Laglio, a una decina di chilometri da qui. Dal 3 luglio del 2014, quando una porzione di soffitto crollò a terra probabilmente a causa delle infiltrazioni, il secondo piano della struttura è addirittura chiuso.

Così uno dei monumenti simbolo di Como funziona a mezzo servizio, accessibile solo al piano terra, e quattro anni e mezzo di perizie sono serviti solo per stabilire che la struttura è solida. Una buona notizia finalmente, ma siamo in Italia ed è necessario attendere il benestare della Soprintendenza per i lavori. Nell’attesa, per la serie che la fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo, a fine marzo una raffica di vento ha rotto una vetrata appena sotto la volta e il tempio è rimasto completamente chiuso per più di un mese, vacanze di Pasqua e ponte del Primo Maggio compresi. Ha riaperto, finalmente, nel giorno in cui è stato inaugurato il «Festival della luce» che ogni anno la città dedica proprio al suo più grande scienziato. «Ogni anno centinaia di migliaia di persone visitano la nostra città, ma pochi di loro associano Como ad Alessandro Volta – conclude Luca Levrini, presidente della fondazione intitolata al papà della pila –. Vogliamo trasformare il Tempio Voltiano in un museo moderno e multimediale, abbiamo affidato un progetto a un esperto e contiamo di avere delle risposte a breve». Avvisate Volta che qualcuno vuole riaccendere la luce.