'Ndrangheta, processo al clan: estorsione alla Spumador, risarcimento da 100mila euro

Inchiesta della Dda "Cavalli di razza" sulla 'ndrina Molè-Piromalli: 34 condanne e tre patteggiamenti

Processo "Cavalli di razza": al centro la vicenda riguardante la Spumador

Processo "Cavalli di razza": al centro la vicenda riguardante la Spumador

Condanne per oltre 200 anni per 34 imputati, tre patteggiamenti e 100mila euro di risarcimento riconosciuto alla società Spumador, parte civile nel processo che si è svolto con rito abbreviato davanti al gup Lorenza Pasquinelli. È il primo pronunciamento sull’indagine "Cavalli di razza" della Dda sulla 'ndrina Molè-Piromalli, che lo scorso anno è sfociata in 54 arresti e decine di indagati a piede libero. Un procedimento giudiziario articolato, con diversi filoni di accusa, che si è ulteriormente frammentato con la scelta del rito processuale. Le accuse di associazione a delinquere di stampo ‘ndranghetista – mosse dai pubblici ministeri Pasquale Addesso e Sara Ombra sulla base degli accertamenti investigativi di Squadra mobile di Milano e Guardia di finanza di Como – si sono concentrate soprattutto sulle zone di Como e Varese, anche se un grosso capitolo riguarda le estorsioni alla società Spumador, a cui veniva imposto di dirottare le consegne su aziende di trasporto merci controllate dai fratelli Antonio e Attilio Salerni, entrambi di Gerenzano, a capo della Sea trasporti di Mozzate. Entrambi sono stati condannati a 9 anni e 4 mesi, e il giudice ha pure disposto anche la confisca di tutto il capitale sociale, dei mezzi mobili e immobili della società, compreso il parco mezzi di trasporto, parte dei quali già sottoposti a sequestro.

Condotte di estorsione portate avanti per anni, che avevano fatto lievitare esponenzialmente il fatturato delle attività di trasporto della famiglia Salerni, minacciando i dipendenti affinché estromettessero i concorrenti e affidassero solo a loro, o ai trasportatori a loro vicini, qualunque tipo di incarico riguardante la logistica. Dipendenti le cui testimonianze sono state ascoltate nel processo dibattimentale in corso a Como, a carico di altri 11 imputati. Condanne anche per la seconda generazione dei Salerni: 2 anni e 8 mesi alla trentaseienne Valentina, 3 anni a Rossella. La condanna più alta, 11 anni e 8 mesi, è stata affibbiata a Bartolomeo Iaconis, 63 anni, accusato di associazione mafiosa assieme alla moglie Carmela Consagra, condannata a 7 anni e 8 mesi, a Elisabetta Rusconi (7 anni e 8 mesi) e a Michelangelo e Pasquale Larosa (10 anni per entrambi). Davanti al giudice, tre imputati hanno deciso di patteggiare: 2 anni per l’ex finanziere Michele Contessa, un anno e 10 mesi per l’imprenditore comasco Luca Molteni, accusati rispettivamente di aver effettuato e beneficiato di un accesso abusivo nella banca dati delle forze di polizia, le cui posizioni sono emerse durante le indagini.