PAOLA PIOPPI
Cronaca

Sorico, omicidio Sandrini: ucciso per le bollette non pagate

Il cinquantenne era stato trovato morto nella sua casa il primo marzo

Le indagini sono state effettuate dai carabinieri

Le indagini sono state effettuate dai carabinieri

Sorico (Como), 31 luglio 2019 - Arno Sandrini era stato trovato senza vita, all’interno della sua abitazione di Sorico, il pomeriggio del 1° marzo. Aveva una profonda ferita a un polpaccio, e una serie di ecchimosi, alcune recenti, altre riconducibili a colpi subiti in precedenza. Per la sua morte, le cui cause erano state ricostruite a fatica dagli inquirenti e dal medico legale, ieri mattina è stato arrestato il fratello Pietro, 43 anni. È accusato di omicidio volontario, aggravato dall’aver commesso il reato contro il fratello, con l’ipotesi di averlo picchiato fino a produrgli quelle ferite, per lui fatali. Botte a cui si era aggiunta la profonda coltellata al polpaccio, tale da provocare un’emorragia. A scatenare quella furia aggressiva, sarebbe stata la sospensione dell’energia elettrica, a causa del mancato pagamento delle bollette: un’incombenza che spettava ad Arno, che vi provvedeva con la propria pensione di invalidità.

L'autopsia aveva stabilito che il decesso era stato causato da un collasso cardiaco, dovuto alla perdita di sangue da quella profonda ferita risalente alla sera precedente, e tamponata maldestramente dalla vittima, chiusa in casa, senza chiedere né ricevere aiuto. Ma di fatto l’uomo, in condizioni di salute molto precarie, era stato ucciso da una serie di concause: sul corpo gli erano stati trovati molti lividi e ferite, conseguenza di una o più colluttazioni. Alcune lesioni erano molto recenti, altre più datate, accentuate dall’assunzione di farmaci anticoagulanti.

L'esito dell’autopsia è stato integrato dagli accertamenti svolti dal genetista, anche all’interno dell’abitazione: un appartamento dove l’uomo viveva da solo, in condizioni igieniche molto critiche, seguito dagli assistenti sociali. Stanze piene di abiti e oggetti di ogni genere ammucchiati in modo compulsivo, tanto da inglobare qualunque cosa vi venisse appoggiata. Qui dentro i carabinieri dell’Aliquota operativa di Menaggio e del Nucleo operativo di Como sono riusciti a trovare gli abiti indossati da Pietro il giorno dell’aggressione, sporchi di sangue e abbandonati in quel caos. Gli stessi con cui è stato ritratto nelle immagini delle telecamere di sicurezza, pubbliche e private, acquisite durante le indagini.

Arno Sandrini era stato ritrovato da un educatore, che quel pomeriggio si era presentato a casa sua temendo che avesse avuto un malore. La porta era chiusa a chiave, e gli era stata aperta dal fratello Pietro che viveva al piano inferiore, arrivato a casa in quel momento. Arno Sandrini era riverso a terra, in camera da letto, supino e ormai senza vita, circondato da cumuli di abiti e da sangue disseminato ovunque, nel tentativo di tamponare quella profonda ferita alla gamba.