Capiago Intimiano, sequestrata una fabbrica della droga con 500 piante di marijuana

All'interno di un anonimo capannone, protetto da porte blindate, due pregiudicati coltivavano droga per un valore di oltre un milione di euro

La marijuna già pronta per essere spacciata

La marijuna già pronta per essere spacciata

Capiago Intimiano (Como), 30 novembre 2020 - All'interno di un anonimo capannone avevano creato una vera e propria fabbrica della droga due pregiudicati canturini denunciati dagli uomini della Guardia di Finanza di Como per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. All'interno del capannone che era la base logistica della loro attività illecita sono state sequestrate oltre 500 piante di canapa che avrebbero garantito loro un raccolto di marijuana del valore di oltre un milione di euro. 

Ad insospettire i Baschi Verdi della Compagnia di Como, un insolito via vai di autovetture nonostante le restrizioni dovute all’emergenza epidemiologica, nonché l’accensione continua delle luci interne, circostanze riscontrate nel corso di ripetuti appostamenti effettuati di giorno e di notte. Per accedere al fabbricato, si è reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco che hanno dovuto utilizzare strumenti specifici per forzare le porte d’ingresso blindate. Ciò ha permesso ai responsabili di darsi alla fuga, attraverso un piccolo cunicolo, dileguandosi nel bosco circostante.

All’interno della struttura, i Finanzieri hanno scoperto una vera e propria “industria della droga”, finalizzata alla coltivazione della sostanza stupefacente ed alla futura immissione sul mercato con guadagni stimati superiori al milione di euro. Infatti, dalle 500 piante sequestrate (alte fino a un metro), i responsabili avrebbero raccolto più di due quintali di marijuana.

Un sequestro ingente che non ha riguardato solo droga ma anche tutte le attrezzature necessarie per l’infiorescenza delle piante, tra cui lampade, ventole, apparecchi per il confezionamento, del valore complessivo di 20.000 euro. I responsabili, due trentenni di origine calabrese e residenti a Cantù, consapevoli di essere ricercati dai baschi verdi delle Fiamme Gialle lariane, si sono costituiti, poco dopo la fuga, presso gli uffici della polizia giudiziaria, assistiti dal proprio legale, assumendosi la piena responsabilità dei fatti.

Diversi i precedenti penali a loro carico: porto abusivo di armi e spaccio di sostanze stupefacenti, al punto uno dei due era già stato tratto in arresto per ben tre volte.