Quell’arma non è da guerra Cambia l’accusa

La pistola che a fine ottobre aveva portato in carcere Francesco Scordo, 57 anni, originario di Africo e residente a Carugo, non era un’arma da guerra. Così come i silenziatori non erano adatti ad essere usati. Lo ha stabilito l’analisi della polizia scientifica di Milano, a cui la Procura di Como aveva affidato l’incarico di esaminare tutto ciò che la Squadra Mobile di Como aveva trovato nella sua auto durante il controllo a cui era andato incontro quel giorno. Un risultato che modifica le accuse contro di lui, ma non ne alleggerisce la posizione: il sostituto procuratore di Como Pasquale Addesso, ha concluso le indagini contestandogli la detenzione e il porto illegale in luogo pubblico dell’arma e dei proiettili. La Bmw di cui era alla guida, era stata fermata per strada il 29 ottobre: sotto il sedile di anteriore, in una busta di plastica, c’era una pistola semiautomatica, modello Walther P38 ritenuta da guerra, ma rivelatasi arma comune da sparo, assieme a una scatola contenente 22 munizioni 9x19 full metal jacket e un silenziatore in metallo di circa 20 centimetri di lunghezza. A casa, dove era proseguita la perquisizione, erano inoltre stati trovati 39 proiettili calibro 22 di due differenti modelli, cinque canne di pistola artigianali modello Derringer e un altro silenziatore. Tutto senza avere ottenuto licenza o presentato denuncia di possesso. Pa.Pi.