Si pugnala in un video e lo manda alla ex moglie

La donna chiama subito i carabinieri che arrestano l’uomo per stalking. Dopo un matrimonio di 30 anni, i due si erano separati consensualmente

All’uomo, ancora detenuto in carcere, sono state formalizzate le accuse

All’uomo, ancora detenuto in carcere, sono state formalizzate le accuse

Como - Il culmine lo ha raggiunto inviandole un video, autoprodotto appositamente per l’ex moglie. L’uomo, 59 anni, ha posizionato il telefono cellulare in modo che lo riprendesse da vicino, frontalmente, a torso nudo. Con un pennarello rosso si era scritto "morte" al centro del torace, in stampatello a grosse lettere e perfettamente leggibile. Poi con un grosso coltello da lavoro si era tagliato i pettorali in più punti, mostrando il sangue che sgorgava, portandoselo alla bocca e agitando la lunga lama con cui si era ferito. Arrivando poi ad appoggiare la punta contro la propria carotide, mentre ripeteva che quella ferita sarebbe stata per lei, l’ex moglie e per l’uomo con cui si accompagnava da qualche settimana.

Ma quando la donna lo ha ricevuto, si è precipitata dai carabinieri, che nel giro di poche ore hanno ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per stalking, chiesta dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan. Dalla moglie era ormai separato da anni, dopo un matrimonio durato quasi trent’anni e terminato con una separazione consensuale nel 2016. Ma quando ha scoperto che lei aveva iniziato una nuova relazione, non ha capito più nulla, e il suo pensiero è diventato uno solo, ossessivo: farla desistere dal portare avanti quella frequentazione. Aveva così cominciato a insultarla pesantemente, ogni giorno, anche di morte: "vi sparo in testa… vi faccio fuori tutti e due", ripeteva. Al punto che l’ex moglie aveva chiesto al figlio di andare a vivere con lei, per la paura di rimanere da sola in casa.

A gennaio l’ex marito le aveva mandato messaggi accompagnati da foto di un coltello con lama lunga e manico in acciaio, appoggiato sul tavolo accanto a un biglietto con scritto "devi morire". Qualche giorno più tardi, con uno stratagemma era riuscito a farla salire sulla sua auto, nel cui portaoggetti c’era lo stesso coltello della foto. Fino a realizzare il video in cui si mostrava cosparso di sangue, inviato all’ex moglie: che quella sera si era precipitata in caserma, denunciando anche quello che era avvenuto nelle settimane precedenti. Finito in carcere, dove si trova tutt’ora, il 59enne ha ricevuto ora la formalizzazione delle accuse a conclusione delle indagini: atti persecutori aggravati dal legame sentimentale con la parte offesa e dall’uso di mezzi telematici e di armi, ma anche sotto l’effetto di stupefacenti, marijuana e cocaina, di cui faceva uso.