Como, spenta la movida: "Così ci mettono in ginocchio"

Dopo la sentenza gli esercenti passano al contrattacco

Piazza De Gasperi

Piazza De Gasperi

Como, 24 giugno 2018 - «È arrivata l’estate e si è spenta la movida». Non hanno dubbi i ragazzi che l’altra sera hanno dovuto finire in fretta e furia la loro pizza vista lago perché entro le 23 i tavolini di fronte alla stazione della funicolare devono essere sbaraccati. L’alternativa è trasferirsi all’interno dei locali per terminare la cena, ma nessuno se la sente di far cambio tra la brezza del lago e l’aria condizionata, e poi vuoi mettere la luna. Tutta colpa dell’ordinanza con cui la prima sezione civile del tribunale di Como ha deciso di silenziare la piazza accogliendo le istanze di un residente, esasperato per l’eccessivo rumore.

Da giovedì si va tutti a nanna entro le 23, non il massimo per una città che si ostina a definirsi turistica. «Questa estate ce la siamo giocata – commenta amaro Gordon Monti, titolare insieme al socio Carmine del Bar Giuliani, una delle quattro attività che si affacciano sulla piazzetta di fronte al capolinea della funicolare – abbiamo parlato coi legali: ci opporremo al  provvedimento, ma valutate le procedure ci vorranno mesi per ottenere una revisione». Uno dei primi atti chiesti dai baristi e ristoratori della piazza è un nuovo rilievo fonometrico basato questa volta sul rumore di fondo, escludendo quindi il disturbo prodotto dai locali. «Ci troviamo in una città e un suono prodotto dall’altra parte del lago fa eco fin qui – spiega Carmine Giuliani –. Quando fecero il rilievo su cui si basa la perizia prodotta in giudizio c’era un concerto allo stadio e la musica si sentiva in maniera chiara, ma questo non possono addebitarlo a noi.

Questa è la piazza della funicolare che in estate lavora fino a mezzanotte, un’ora dopo rispetto al coprifuoco che ci è stato imposto. Da giovedì a partire dalle 22 siamo costretti a dire ai clienti che vogliono cenare che possono farlo solo all’interno e molti, com’è comprensibile, se ne vanno. Gli stranieri ci guardano come se venissimo da Marte, per loro è inconcepibile dover subire una restrizione del genere». Non è l’unica anomalia nell’ordinanza. Entro la fine della prossima settimana i locali dovranno dotarsi a loro spese di steward per «evitare affollamenti e controllare gli atteggiamenti degli avventori» e addirittura il personale dovrà «sparecchiare evitando di fare rumore». Il risultato: i ristoranti della piazza costretti a licenziare fino al 20% dei loro dipendenti. «Altre città hanno risolto problemi analoghi concedendo proroghe alle piazze turistiche. Qui si è attesa la decisione di un giudice e questi sono i risultati».