Minoprio, scuola a prova di Covid

All’Agraria adottate misure molto rigide per prevenire il rischio di contagi. Ci si è avvalsi di consulenti

Migration

di Roberto Canali

Fino all’anno scorso la scuola era il luogo più sicuro in cui potessero stare i nostri ragazzi, poi a spazzare via le certezze di tutti è arrivato il Covid-19. In attesa che medici e ricercatori riescano a sintetizzare un vaccino efficace ci hanno provato presidi e professori a rendere i loro istituti a prova di Coronavirus. Tra le scuole che meglio hanno saputo interpretare le direttive del Ministero c’è la Fondazione Minoprio, eccellenza nella formazione scolastica e nella preparazione dei futuri tecnici agrari e agroalimentari, attraverso i suoi corsi di studio e specializzazione ai quali sono iscritti oltre 1.800 studenti.

"Abbiamo lavorato tutta estate per rendere sicura la scuola – spiega il presidente Stefano Peverelli – avvalendoci della consulenza di medici ed esperti che hanno adottato delle misure anche più severe rispetto alle indicazioni del Ministero". Si comincia la mattina alle 7.15 con l’arrivo degli studenti muniti di mascherina che si radunano all’esterno della scuola, sotto l’ampio porticato, già divisi per classi. "Il più grosso cambiamento che ci ha costretto a introdurre il Covid è la rigida divisione tra classi – aggiunge il direttore generale, Luca Galli –. Solo in questo modo nel caso uno studente risultasse positivo possiamo provvedere con l’isolamento preventivo della classe, senza dover estendere il provvedimento agli altri ragazzi".

Ogni prof accompagna la sua classe all’interno della scuola e i ragazzi camminano in fila indiana a distanza di un metro l’uno dall’altro grazie ai percorsi tracciati a terra con il nastro colorato. Prima di entrare nella scuola ogni studente deve passare al vaglio del termoscanner che controlla la temperatura corporea e avverte se la mascherina non è indossata correttamente, una volta autorizzato a entrare l’alunno passa un badge che comunica alla mensa la sua presenza e il menù scelto, poi si procede fino all’erogatore di gel disinfettante per pulirsi le mani, un gesto questo che viene ripetuto più e più volte durante la giornata. Una volta in classe i ragazzi della Fondazione Minoprio non utilizzano penne e quaderni, ma i tablet e i banchi sono divisi e distanziati. Gli stessi accorgimenti valgono per i 40 studenti nel convitto.