Medici e pediatri, carenza cronica. Lo sfogo dei sindaci di periferia: "In trasferta per essere visitati"

Il primo cittadino di Borgo San Giacomo: famiglie costrette ad andare fino a Dello, magari con un neonato

Medici e pediatri, carenza cronica. Lo sfogo dei sindaci di periferia: "In trasferta per essere visitati"

Medici e pediatri, carenza cronica. Lo sfogo dei sindaci di periferia: "In trasferta per essere visitati"

Anno nuovo, problemi vecchi, soprattutto quando si parla di sanità. La carenza dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta resta, infatti, un problema, soprattutto nelle zone più periferiche. "L’annientamento della medicina territoriale: adesso per il pediatra da Borgo, Quinzano, San Paolo bisogna andare a Dello, magari con un neonato", è lo sfogo del sindaco di Borgo San Giacomo, Giuseppe Lama (nella foto). Per l’ambito che comprende Barbariga, Dello, Longhena, Brandico, Mairano, Lograto, Maclodio, Corzano, Orzivecchi, Orzinuovi, Pompiano, Borgo San Giacomo, Villachiara, Quinzano e San Paolo, infatti, dal 15 gennaio inizierà l’attività convenzionale la pediatra di famiglia Elena Grechi, in qualità di titolare. Ma resta il disagio per le famiglie di dover macinare parecchi chilometri per poter arrivare all’ambulatorio di Dello. Il tema, si diceva, è cronico: la coperta è corta, perché nella prima assistenza i bisogni aumentano più rapidamente del personale disponibile. Così, basta un pensionamento o il trasferimento di un medico altrove per lasciare scoperti migliaia di assistiti e costringere le Asst (dall’1 gennaio la gestione è passata a loro) a cercare sostituti, che però non possono essere sempre presenti ovunque. A ottobre, la Regione cercava 117 medici di medicina generale per coprire i bisogni delle diverse Asst lombarde e 35 pediatri di libera scelta. Tra questi ultimi, proprio la provincia di Brescia risultava quella più sguarnita, con 7 posti vacanti tra le Asst di Garda, Franciacorta e Spedali Civili, rispetto agli 11 dell’Ats di Milano. Ci sono poi casi eclatanti, come quello che si è registrato a Nuvolera, dove Anna Avanzi, medico di base, ha scelto di ritirarsi di fronte a una professione medica che "si è via via snaturata in questi ultimi anni, diventando più che altro una funzione burocratica e perdendo quella peculiarità che consiste nella visita, nella diagnosi e nella cura". Federica Pacella