"Le palafitte di Sulzano in malora. Rimasto vano il bando del 2019"

Le Palafitte di Sulzano, immobile del Demanio chiuso dal 2014, suscitano preoccupazione. Il circolo Legambiente denuncia l'abbandono e l'attesa di un nuovo gestore, mentre il Comune di Sulzano lavora a un progetto di rilancio.

"Le palafitte di Sulzano in malora. Rimasto vano il bando del 2019"

"Le palafitte di Sulzano in malora. Rimasto vano il bando del 2019"

L’immobile di proprietà del Demanio Le Palafitte di Sulzano, chiuso dal 2014, sta diventando un caso. L’ultima volta in cui è stato utilizzato risale ai tempi dell’installazione The Floating Piers, quando ospitò una mostra collaterale. Ad aprire il dibattito è il circolo Luciano Pajola del Basso Sebino di Legambiente. "La spettacolare struttura sulle acque del lago d’Iseo è lasciata a se stessa dal 2014 – spiega Dario Balotta, presidente del Circolo – Si tratta di vere e proprie palafitte, raggiungibili sia da terra sia dal lago, in barca. Una location suggestiva che è stata ristorante di alto livello e discoteca. Ora è andata in malora".

E ancora. "Era l’aprile del 2019 quando sui giornali si leggeva che le Palafitte di Sulzano non sarebbero rimaste a lungo orfane. A breve l’edificio a lago, al confine con Iseo, sarebbe stato assegnato a un nuovo gestore. Era l’Autorità di Bacino del Lago a renderlo noto, dopo l’apertura delle buste di un nuovo bando. L’assegnazione al privato, vincitore del bando, non è mai avvenuta". L’Amministrazione comunale di Sulzano aveva dato successivamente la propria disponibilità a un accordo con l’Autorità di Bacino per gestirne il rilancio.

"Da allora il Comune starebbe lavorando all’iter di un grande progetto – sottolinea Balotta – per una nuova convenzione, che finora non si è vista. A pochi chilometri dalla storica struttura, c’è lo splendido promontorio di Montecolino che resta anch’esso chiuso alla fruizione pubblica da oltre vent’anni con il pretesto dei resti fatiscenti e pericolosi delle vecchie fabbriche dismesse della Caproni e della N&K. Ci sembra il caso di dire che il Sebino, in questa zona, non è presidiato né valorizzato".

Mi.Pr.