La Finanza mette i sigilli a un deposito di ricambi

Gli accertamenti riguardano un deposito di materiali destinati a veicoli Iveco. Il sospetto delle fiamme gialle è che i pezzi possano essere contraffatti

Migration

Un deposito pieno di materiali di ricambio destinati a veicoli Iveco, finito sotto sequestro con il sospetto che quegli accessori, gli stampi per produrli e persino gli imballaggi, possano essere contraffatti. Gli accertamenti riguardano la società La Tipografia snc di Gini Piermario, Oltrona San Mamette, a cui è riconducibile anche il capannone di Guanzate, destinatario del controllo svolto in questi giorni dalla Guardia di finanza di Olgiate Comasco.

All’interno c’era una filiera commerciale quasi al completo, che comprendeva matrici per realizzare stampi, ricambi per auto come frizioni e filtri per i motori, pezzi meccanici di vario genere, con un aspetto che li accomunerebbe: la compatibilità con i veicoli Iveco – Cnh Industrial, come si chiama ora il marchio nato dalla recentissima fusione dei due gruppi. Oltre alle migliaia di pezzi e componenti, all’interno del deposito c’erano circa 80mila confezioni da imballaggio, all’apparenza sempre destinate a contenere prodotti Iveco. Il sequestro preventivo del capannone di Guanzate e di tutto ciò che è stato trovato al suo interno al momento della visita della Gdf, per il quale il sostituto procuratore di Como Maria Vittoria Isella ha chiesto la convalida, è stato fatto con l’ipotesi di produzione di merce con marchi contraffatti, stesso titolo di reato per il quale è stato aperto un fascicolo di indagine. In questi giorni sono attesi i tecnici della Iveco, a cui spetterà il compito di verificare le fattezze di quei prodotti, decretandone quindi la genuinità o il loro contrario. Il loro parere è infatti determinante per stabilire se quella produzione può essere ricondotta, in qualche modo, a una licenza concessa dalla casa madre, che al momento non sarebbe emersa. Nel frattempo il fascicolo dalla Procura è stato trasmesso all’ufficio Gip, dove il giudice dovrà valutare se sussistono i presupporti per mantenere immobile e prodotti sotto sigilli, in attesa di avere risposte definitive sulla loro origine.

Paola Pioppi