Henkel, mobilitazione per spingere la multinazionale a non chiudere

Anche il prefetto di Como ha richiamato l’azienda a una scelta di responsabilità

I lavoratori della Henkel sono tornati al lavoro dopo due giorni di sciopero, ma prosegue la mobilitazione per spingere la multinazionale tedesca a tornare sui suoi passi e non chiudere l’impianto aperto dal 1933. Ha richiamato l’azienda a una scelta di responsabilità anche il prefetto Andrea Polichetti che l’altro giorno ha incontro l’amministratore delegato di Henkel Italia insieme a un rappresentante di Confindustria Como e al sindaco di Lomazzo, Giovanni Rusconi. In particolare il prefetto ha chiesto agli amministratori di Henkel di differire ogni decisione sul futuro dello stabilimento di Lomazzo a dopo la fine dell’attuale fase pandemica. Una posizione condivisa con il sindaco, Giovanni Rusconi, che ha sottolineato le ricadute negative per il territorio, in particolare per i 150 lavoratori interessati e le rispettive famiglie. Si lavora anche al Pirellone per aprire un tavolo. "Abbiamo ricevuto la lettera dell’azienda Henkel in cui si annuncia la chiusura dello stabilimento di Lomazzo – spiega l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi - In risposta alla comunicazione ricevuta, ho invitato i rappresentanti dell’azienda in assessorato per aprire un confronto e per mettere a disposizione tutti gli strumenti regionali in un’ottica di salvaguardia dello stabilimento di Lomazzo". I sindacati hanno inviato una richiesta di incontro, sollecitato anche tramite il sindacato europeo del settore Chimico e tramite il Comitato aziendale europeo.