Evaso beffando la sua scorta. Riella è introvabile nei boschi di Gravedona

Decine di uomini sulle tracce dell’uomo, fuggito mentre era in visita alla tomba della madre

Massimo Riella sta tenendo in scacco quelli che si sono messi sulle sue tracce

Massimo Riella sta tenendo in scacco quelli che si sono messi sulle sue tracce

Gravedona ed Uniti (Como) - Da due giorni, l’evasione di Massimo Riella sta tenendo in scacco decine di uomini appartenenti alle forze di polizia del Comasco, ma non solo. Dopo la sua fuga di sabato mattina, le ricerche sono coordinate dal nucleo investigativo della polizia penitenziaria di Milano, che sta lavorando in sinergia con carabinieri e questura. Nei boschi di Gravedona hanno inoltre lavorato per ore i cani molecolari, specializzati nella ricerca di persone, che più volte hanno apparentemente segnalato la presenza del ricercato, senza però riuscire ad arrivare a un luogo certo. Tracce che si esaurivano davanti a dirupi coperti di rami spezzati e rovi, dove gli stessi cani non riuscivano a scendere, ma che probabilmente sono stati un luogo di transito di Riella.

La sua indole, ma anche i trascorsi di bracconaggio, gli hanno consentito di imparare a muoversi facilmente in ambienti che sono invece ostili alla maggior parte delle persone, soprattutto a chi non è cresciuto in questi luoghi. Per arrivare a individuarlo, gli investigatori stanno raccogliendo più informazioni possibili, anche per entrare nell’ottica delle sue abitudini, dei punti di riferimento e di qualunque dettaglio possa essere utile.

In teoria, Riella sta vivendo nella boscaglia, o in casolari dismessi, con i soli abiti che indossava al momento dell’evasione, avvenuta sulla strada davanti al cimitero di Brenzio, frazione isolata di Gravedona. Senza soldi né telefono, senza cibo. Ma non è detto che le sue condizioni non siano nel frattempo migliorate: da sempre, Riella può contare sull’appoggio di una serie di persone che già in passato lo hanno aiutato, familiari e amici. Già la sera di sabato era sorto il sospetto che due persone lo avessero accolto dandogli un riparo e ristoro, non lontano dal luogo della sua fuga, a Brenzio.

Domenica la penitenziaria lo aveva avvistato nei pressi di un casolare, troppo distante per riuscire a braccarlo prima che sparisse nuovamente. Ieri, nonostante il dispiegamento di forze, nessuna segnalazione. Ma nel frattempo, la sua evasione sta scatenando la fantasia di chi improvvisa vignette satiriche, paragonandolo a Kurt Russel – Jena Plissken nel celebre film Fuga da New York, o all’imprendibile Forrest Gump lanciato in corsa.