Bene Lario, giovane trovato morto in un giardino: "Colpa dello sballo". Pusher nei guai

Indagato lo spacciatore che gli ha venduto la dose letale

Nicolas Nardiello

Nicolas Nardiello

Como, 26 settembre 2018 - Lo avevano trovato al mattino i proprietari del giardino in cui era precipitato. Morto da ore, dopo un volo di oltre cinque metri. Nicolas Nardiello, venticinquenne di Porlezza, all'inizio di marzo si era arrampicato sul muretto di recinzione di un’abitazione di Bene Lario, dopo aver passato la sera con gli amici. Poi era caduto nel vuoto sottostante, senza che nessuno si accorgesse che era sparito. Solo il mezzogiorno successivo i padroni di casa notano il corpo a terra in un angolo della loro proprietà, ormai per Nardiello non c’era però più nulla da fare.

Ora il sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso ha concluso le indagini aperte per capire cosa avesse spinto il ragazzo ad arrampicarsi sul quel muretto, accusando della sua morte lo spacciatore che quella sera gli aveva venduto una dose di cocaina. C.S.,  32 anni,  di origine turca residente a Porlezza, è accusato di «morte come conseguenza di altro delitto». L’ipotesi è infatti che quella sostanza stupefacente, il cui principio attivo è risultato essere alto, abbia scatenato nel ragazzo una intossicazione e un "delirio eccitatorio", che lo avrebbe spinto a compiere gesti irrazionali e pericolosi, incapace di percepire il pericolo a cui stava andando incontro.

Poco prima infatti si era messo a correre per le vie del paese, per arrivare fino a quel muretto di protezione, realizzato per impedire ai pedoni di sporgersi nel vuoto sottostante. Ma lui lo aveva scavalcato, provocandosi nella caduta una quantità di traumi, e lesioni cerebrali che non gli avevano lasciato scampo.

Le indagini dei carabinieri di Menaggio avevano ricostruito le ore precedenti la morte del ragazzo, la notte tra l’1 e il 2 marzo, ascoltando gli amici che erano con lui, che a un certo punto lo avevano perso di vista. Da Porlezza, dove aveva lasciato l’auto, si era spostato a Bene Lario, senza che nessuno lo riportasse verso casa a fine serata. Nardiello si era allontanato a piedi, arrivando da solo fino alla strada dove è avvenuto l’incidente. Ora il magistrato, a conclusione della ricostruzione, ritiene che quello stupefacente che gli era stato venduto qualche ora prima da C.S., sia stato determinante nel causarne la morte, conseguenza della totale perdita di controllo che gli aveva causato.

C.S. nel frattempo era stato arrestato per un’altra vicenda: a luglio è stato coinvolto un una grossa operazione antidroga, che lo aveva portato in carcere assieme ad altre sette persone. Qualche settimana dopo aveva patteggiato un anno ed era stato scarcerato, ammesso ai lavori socialmente utili, che sta attualmente svolgendo. Ora, assistito dal suo avvocato Emanuele Rosapinta, dovrà valutare come affrontare questa seconda accusa, dove il nesso di causalità tra la cessione della droga, e le condotte della vittima nelle ore successive, risulta essere il punto fondamentale.