Falsi documenti per far entrare in Italia 12 connazionali: cinese finirà alla sbarra

Xuewei Liu, 43 anni di Carugo è accusata di violazione della legge sull’immigrazione

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Con assoluta precisione, preparava e metteva a disposizione tutta la documentazione necessaria a far entrare in Italia e farsi rilasciare documenti di soggiorno per i suoi connazionali cinesi, creando i falsi presupposti per ottenere ricongiungimenti familiari. Ora la donna, Xuewei Liu, 43 anni di Carugo, è accusata di violazione della legge sull’immigrazione e finirà davanti al giudice a settembre. Il sostituto procuratore di Como Massimo Astori, le contesta falsi relativi alla posizione di 12 connazionali, per i quali erano state predisposte altrettante pratiche di ricongiungimento a sei famiglie o parenti. Dalle indagini fatte dalla polizia, è emerso che la donna avrebbe redatto o fatto redigere autocertificazioni dello stato di famiglia, dichiarazioni di residenza o contratti di affitto, dichiarazioni di assunzioni con tanto di buste paga, che certificavano l’idoneità delle case ad alloggiare più persone, dichiarazioni di ospitalità.

In poche parole, quello che man mano poteva servire a creare il falso presupposto richiesto dalla legge sull’immigrazione per ottenere il nulla osta al ricongiungimento dei familiari residenti all’estero, che consiste nella idoneità abitativa delle dimore in cui andranno a vivere, e nella capacità di reddito adatta a garantirne il mantenimento. Con la procedura telematica, tali documentazioni erano state inviate agli uffici di competenza per l’esame delle richieste, lo Sportello Unico per l’Immigrazione delle Prefetture di Como e di Lecco. Quando erano emerse le prime criticità, le indagini erano state condotte dalla polizia anche attraverso intercettazioni telefoniche, oltre all’esame delle pratiche riconducibili alla donna. Accertamenti sfociati nella richiesta di processo. Pa.Pi.