Falciato mentre tornava dal lavoro. L’operaio ucciso da un’auto lascia la moglie e un figlio di 10 anni

L’incidente di Sovere, il 35enne abitava a Pianico e ogni giorno affrontava il tragitto a piedi o in bicicletta

Falciato mentre tornava dal lavoro. L’operaio ucciso da un’auto lascia la moglie e un figlio di 10 anni

Falciato mentre tornava dal lavoro. L’operaio ucciso da un’auto lascia la moglie e un figlio di 10 anni

Si chiamava Gurvinder Rai, 35 anni, operaio indiano, sposato e padre di un bimbo di 10 anni, il pedone che martedì sera intorno alle 18.20 è stato falciato da un’auto mentre attraversava una strada buia a senso unico che costeggia l’ex statale del Tonale, nella zona industriale di Sovere. La vittima abitava a Pianico. L’impatto è stato talmente violento che il suo corpo è stato sbalzato al centro della stessa strada. Avvisata della disgrazia la moglie e i datori di lavoro che gli erano affezionati e subito si sono precipitati sul luogo della tragedia. Gurvinder Rai era uno dei due dipendenti della Somfi di Endine Gaiano, piccola ditta specializzata in verniciature per componenti industriali. Ci lavorava da una decina di d’anni e ogni giorno andava e veniva da Pianico, dove viveva, a piedi o in bicicletta, quando il tempo lo permetteva, oppure si appoggiava a qualcuno per un passaggio in auto. Come avrebbe dovuto fare anche martedì sera. Finito il turno si è incamminato verso casa. Arrivato non lontano dallo svincolo verso Sovere e Pianico, a fianco del guardrail che separa la stradina a senso unico dal traffico della statale del Tonale, in direzione della Val Camonica, l’uomo è stato investito dalla Peugeot 208 condotta da una 26enne che lo ha travolto sorprendendolo alle spalle. Il parabrezza è andato in frantumi, mentre l’operaio è stato sbalzato oltre la barriera. Resta da capire come mai la giovane al voltante della Peugeot non abbia potuto vedere l’operaio. Può essere stata una distrazione, ma sarà chiarito dagli accertamenti da parte della Polizia stradale di Bergamo, sul posto assieme ai carabinieri di Casazza e gli agenti della Polizia locale di Sovere.

Francesco Donadoni