È un bene di interesse culturale: "La torre non si può abbattere"

La torre dell'ex acquedotto di Urgnano non sarà abbattuta ma dovrà essere messa in sicurezza, nonostante i tentativi falliti del Comune. Autorizzata come bene culturale, verrà sottoposta a lavori di consolidamento entro il 2024. Opposizione e consiglio comunale dibattono sulle scelte da adottare.

È un bene di interesse culturale: "La torre non si può abbattere"

È un bene di interesse culturale: "La torre non si può abbattere"

URGNANO (Bergamo)

La torre in calcestruzzo dell’ex acquedotto pensile di Urgnano, che dal 1937 svetta nel parco del castello Albani, non sarà abbattuta ma dovrà essere messa in sicurezza. Sono falliti i tentativi effettuati negli ultimi anni dal Comune per ottenere dalla Sovrintendenza l’autorizzazione all’abbattimento ed evitare una costosa manutenzione. Un’autorizzazione difficile da ottenere, visto che il segretariato regionale per la Lombardia del ministero della Cultura, nell’ottobre 2021, ha dichiarato la torre bene di interesse culturale e quindi non abbattibile. Nel frattempo l’amministrazione comuna di Urgnano, guidata dal sindaco Marco Gastoldi, ha provveduto ad affidare un nuovo incarico professionale per verificare la vulnerabilità sismica del serbatoio pensile, un aggiornamento a quello affidato nel 2020. La nuova analisi ha confermato i valori della precedente, fornendo ulteriori 3 anni di tempo al Comune per intervenire o, eventualmente, predisporre un’ulteriore riverifica. Intanto, in considerazione dei lavori di consolidamento che dovranno essere eseguiti, l’amministrazione comunale ha predisposto una fattibilità tecnico economica per inserire l’intervento nel bando 2024 per messa in sicurezza degli edifici e del territorio.

A riportare la vicenda sotto i riflettori è stata un’interrogazione della consigliera di opposizione Maria Rosaria Zammataro (Volto civico), che ha riportato come esempio il Comune di Cogliate, dove si procederà all’abbattimento di un acquedotto simile. In quella sede, infatti, non sono stati posti vincoli della Sovrintendenza. "Se un intervento manutentivo è d’obbligo per motivi di sicurezza - spiega la consigliera - è altrettanto doveroso fare due conti e valutare costi e benefici del restauro".

Michele Andreucci