di Daniele De Salvo
Due ladri in fuga dai carabinieri si sono buttati giù dal ponte di Paderno nella scarpata accanto al San Michele e sono precipitati per parecchi metri. In seguito alla caduta si sono entrambi spaccati le gambe, hanno riportato diverse ferite e sono rimasti bloccati in mezzo al bosco. Li hanno soccorsi e salvati, a rischio di volare anche loro nel dirupo, i militari che li stavano tallonando e che solo pochi minuti prima i due, in sella ad una moto rubata, avevano ripetutamente speronato e cercato di buttare fuori strada. Ora sono ricoverati in gravi condizioni in ospedale. Le scene d’inseguimento da film d’azione sono andate in scena nella tarda mattinata di ieri a Paderno d’Adda. Gli investigatori del Nucleo operativo della Compagnia di Merate in borghese avrebbero intercettato i due, che hanno 35 anni, verosimilmente rom o nomadi, a bordo di una Kawasaky Z1 probabilmente rubata. Li stavano tenendo d’occhio perché sospettati di diversi colpi in casa in mezza Brianza.
I fuggitivi, quando si sono accorti di essere pedinati, hanno tentato di scappare a tutta velocità e con manovre proibite: hanno pure colpito più volte l’auto civetta dei militari per cercare di innescare un incidente, ma sono finiti loro a terra. Nonostante la brusca scivolata si sono subito rialzati e hanno proseguito la corsa a piedi verso il dirupo all’imbocco del San Michele dove sono saltati pur di non essere catturati. Hanno compiuto un volo di una decina di metri e poi sono ruzzolati ancora, finendo inghiottiti dai rovi. I militari che li stavano inseguendo si sono pure addentrati nel bosco giù per il ripido versante per cercarli e soccorrerli. Sono stati mobilitati inoltre colleghi del Nucleo cinofili di Casatenovo, dell’aliquota Radiomobile e delle caserme di Merate e Brivio. Una volta localizzati e raggiunti, e verificato che non erano né armati né ormai più pericolosi perché neppure in grado di alzarsi, è stato chiesto l’intervento dei sanitari del 118 e dei Vigili del fuoco. I soccorritori hanno impiegato ore per prestare loro le prime cure, recuperarli in sicurezza e trasferirli in barella a spalle fin sull’alzaia dell’Adda e infine trasportarli in ambulanza al San Leopoldo Mandic.