Como – Dopo l’ictus, che l’aveva costretta a letto con gravi ripercussioni sulla mobilità, ma non sulla capacità di percezione di ciò che le accadeva attorno, era stata abbandonata nel letto. Senza alcuna cura della sua igiene, al punto da farle subentrare infezioni e malattie generate dallo sporco in cui viveva. Il tutto, all’interno delle mura domestiche, nella stessa casa in cui vivevano il marito e la figlia, finiti ieri a processo per maltrattamenti. La vittima, che ora ha 63 anni e si è parzialmente ripresa da quella condizione devastata in cui era stata trovata dai sevizi sociali, nel 2008 aveva avuto un ictus, con conseguente "compromissione della deambulazione e di assistenza per i cambi posturali".
Per una decina di anni è stata affidata alle cure di un centro diurno, per poi essere dimessa e tornare a casa, con un contributo economico a sostegno del marito, 66 anni e della figlia convivente, 27 anni. La scoperta delle condizioni in cui era lasciata la donna risale a un anno dopo, giugno 2020, in occasione di un ricovero in ospedale, in quanto pallida e con ricorrenti episodi di nausea.
Le assistenti l’avevano trovata a letto in totale stato di incuria, con lesioni da decubito al quarto stadio, coperta di escrementi e micosi nelle parti intime, un "importante edema da arrossamento nelle parti molli" a livello inguinale, un gesso alla gamba ormai marrone e maleodorante. Oltre a questo , unghie lunghe e sporche, biancheria non cambiata. Subito assistita e sottoposta a tutte le necessarie cure, la donna si à gradualmente ripresa, mentre il marito e la figlia sono a ora processo, accusati di maltrattamenti dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan.