
Dogana tra Italia e Svizzera (Cusa)
Como, 15 giugno 2020 - Riapre oggi la dogana , finalmente anche dalla parte Svizzera, e in provincia di Como a incrociare le dita sono soprattutto i negozianti che attendono i clienti in arrivo d’oltreconfine per dare una svolta a una stagione che non è mai decollata.
Anche se gli svizzeri sono i benvenuti in Italia fin dal 3 giugno scorso finora gli acquisti sono stati con il contagocce. Colpa del divieto di fare la spesa in Italia e dei controlli in dogana, ma dalla mezzanotte di ieri la situazione è finalmente tornata alla normalità e già in mattinata è attesa la coda ai supermercati. Complice il cambio quasi alla pari tra franco ed euro, uno degli effetti secondari della pandemia che ha consolidato la divisa elvetica come bene rifugio, fare gli acquisti in Italia non è mai stato così conveniente e se si parla della spesa il risparmio può essere anche del 50-70%. A sancire il ritorno alla normalità ci penserà domani il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in visita a Mendrisio e poi a Chiasso per partecipare a un vertice con il suo omologo elvetico, il consigliere federale Ignazio Cassis.
L’occasione giusta per mettere una pietra sopra alle polemiche che anche nei lunghi mesi di lockdown hanno creato qualche tensione tra Roma e Berna. Su tutti la situazione dei lavoratori frontalieri che sono stati unici ad essere ammessi in Svizzera anche nel periodo in cui a vigilare ai valichi e in dogana c’era l’esercito. Molti di loro sono stati addirittura costretti a portarsi in auto la valigia con il cambio di vestiti, per essere pronti a fermarsi a dormire in Svizzera in caso di un improvviso blocco delle frontiere.
Per fortuna non ce n’è stato bisogno, ma per i lavori italiani impiegati in Canton Ticino sono state ugualmente settimane pesanti, complici i viaggi interminabili per raggiungere il posto di lavoro tra valichi chiusi e code in dogana. Adesso che la Svizzera ha finalmente deciso di riaprire i propri confini ai Paesi Ue si potrà tonare a passare anche dalla Valmara, punto di passaggio per i frontalieri della Valle Intelvi che per tre mesi sono stati costretti a passare da Oria o scendere fino a Maslianico.