Covid: la Svizzera parte col lockdown soft, timori per la chiusura dei valichi

Il Canton Ticino chiede lo stop ai punti di passaggio minori. A farne le spese sarebbero migliaia di frontalieri

Dogana

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Como, 22 dicembre 2020 - Da oggi e per il prossimo mese la Svizzera entrerà in un regime di lockdown soft con bar chiusi, ristoranti solo d’asporto e negozi chiusi la domenica e i festivi Ma in castigo rischiano di finirci soprattutto i frontalieri italiani se il Canton Ticino deciderà di chiudere i valichi minori. Un po’ quello che era accaduto la primavera scorsa, quando con l’esercito ai confini e i controlli capillari si era deciso dall’oggi al domani il giro di vite sui valichi, mettendo in crisi migliaia di lavoratori italiani. Il provvedimento è stato invocato dal presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino, Norman Gobbi che è anche uno dei leader della Lega dei Ticinesi, la decisione spetta al Consiglio Federale che però per ora non si è pronunciato. I sindaci della Valle d’Intelvi sono già scesi sul sentiero di guerra temendo una nuova chiusura del valico della Valmara, preoccupazione condivisa dai primi cittadini dell’Olgiatese. 

È attesa per oggi la decisione da parte delle autorità ticinesi sugli impianti sciistici, che molto probabilmente continueranno a rimanere aperti anche se con limiti al numero di accessi. Nell’attesa i responsabili delle stazioni sciistiche hanno deciso di autolimitarsi: a Bosco Gurin potranno sciare non più di 1.300 persone in tutto l’arco della giornata, 1.000 ad Airolo, 900 a Carì e a Nara. Non è proibito l’ingresso agli italiani, anche se l’accesso sarà garantito anzitutto a chi è ha un abbonamento stagionale.