Como, raggira donna malata di tumore e si fa consegnare 130mila euro

La Guardia di Finanza arresta Alessandro Proto. Alle spalle aveva già precedenti per truffa

L'arresto di Alessandro Proto

L'arresto di Alessandro Proto

Como, 12 giugno 2019 – Una truffa da 130mila euro realizzata raggirando una donna malata di cancro, e una serie di condotte di autoriciclaggio del denaro. Sono le accuse che questa mattina hanno portato all’arresto di un Alessandro Proto, 44 anni, milanese residente in Svizzera con attività a Como.

Sulle sue attività, che alle spalle ha già precedenti per truffa e violazioni finanziarie, ha indagato il Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Como. Già noto a livello nazionale per aver millantato affari immobiliari con personaggi di fama mondiale e tentativi di scalate a imprese di primo piano, nel 2013 era stato indagato dalla Procura di Milano e poi arrestato per manipolazione del mercato ed ostacolo alle attività degli Organi di vigilanza.

Nei primi mesi di quest’anno la Guardia di Finanza di Como ha passato al setaccio i suoi conti, dopo aver raccolto numerosi elementi di sospetto in merito a svariati prelevamenti effettuati in contanti in uffici postali della città, tra i quali quello all’interno del Palazzo di Giustizia. Successivamente, è giunta la denuncia di una donna, vittima di una truffa subita dallo stesso indagato che, sfruttando le sue critiche condizioni di salute, sarebbe riuscito ad appropriarsi di circa 130mila euro.

Gli approfondimenti investigativi hanno consentito ai finanzieri di accertare la fondatezza di quanto segnalato dalla donna, di ricostruire i dettagli della vicenda e di raccogliere numerosi riscontri probatori. Il denaro così ottenuto sarebbe stato trasferito da Proto in attività speculative su conti di gioco online, al fine di mascherarne la provenienza. Al termine delle indagini, sono stati ipotizzati i reati di truffa pluriaggravata (per via delle gravi condizioni di salute fisica e psichica della vittima) e autoriciclaggio che hanno portato all’emissione del provvedimento di custodia cautelare in carcere, chiesto dal procuratore di Como Nicola Piacente e dal sostituto Pasquale Addesso, ed emesso dal gip Carlo Cecchetti.