Cernobbio, medico indagato per abusi sessuali. Le vittime sono 20, fra loro una minorenne

Concluse le indagini: si aggrava la posizione di Alessandro Antonelli, 59 anni, con ambulatorio a Cernobbio

Lo studio dove esercitava il medico accusato di violenze sessuali

Lo studio dove esercitava il medico accusato di violenze sessuali

Cernobbio - A conclusione di un’indagine aperta solo quattro mesi fa, si è drasticamente aggravata la posizione di Alessandro Antonelli, il medico di base comasco di 59 anni, con ambulatorio a Cernobbio arrestato a fine febbraio, e accusato di abusi sessuali nei confronti di una serie di pazienti. Al momento dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare chiesta dal sostituto procuratore Antonia Pavan, gli venivano contestate condotte di violenza sessuale nei confronti di sette pazienti, avvenute durante le visite ambulatoriali. A queste, si aggiungeva l’accusa di stalking ai danni di un’ottava donna, che si era rifiutata di sottoporsi alle visite con il metodo adottato dal medico. Ma ora, l’avviso di conclusione delle indagini, elenca i nomi di 20 donne, tra cui una ragazza minorenne, buona parte delle quali rintracciate dopo l’arresto del medico, o che spontaneamente si sono presentate ai carabinieri per raccontare di aver vissuto situazioni analoghe a quelle già contenute nelle prime ipotesi di reato.

Tutte testimonianze raccolte ora nel fascicolo che ricostruisce le condotte che il medico di base avrebbe tenuto nel suo ambulatorio di Cernobbio a partire da gennaio 2021, a cui si aggiunge la testimonianza di una donna che nel 2017 era stata visitata da Antonelli mentre prestava servizio al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna: ferita in un incidente stradale, e in attesa di esami, era stata visitata da Antonelli, che le avrebbe sollevato gli indumenti procedendo alla palpazione di parti intime "in assenza di effettiva indicazione clinica". I racconti delle donne sentite dai carabinieri, sono tutti simili: pazienti che si erano rivolte al medico di base per problemi di salute di varia natura, dal raffreddore alla stanchezza, andando incontro a visite ginecologiche o palpazioni non richieste, quasi sempre senza preavviso o consenso.

Tra queste, anche una minorenne, sottoposta lo scorso autunno a una visita fortemente invasiva, in presenza della madre. Le indagini erano partite a inizio dicembre dalla denuncia di una paziente, ed erano proseguite per tre mesi, anche utilizzando intercettazioni ambientali, dalle quali era emerso ciò che accadeva all’interno dell’ambulatorio, con l’individuazione delle prime parti offese.