Attentato al pentito della cosca. Cinque condannati in Appello

Confermato l’impianto accusatorio: bombe a mano, pistole e bazooka per compiere l’omicidio. Il piano naufragò per l’assenza del bersaglio che si era nascosto in un bosco nel Bellunese.

Condanne confermate in appello, con un paio di aggiustamenti, per i cinque accusati di essersi dotati di armi (bombe a mano, pistole e bazooka) per eliminare un pentito della ‘ndrangheta - per conto del clan Crea di Rizziconi - il quale, dopo essersi dissociato dalla cosca, si era nascosto nei boschi di Agordo, nel Bellunese. Omicidio che non riuscì ma che, stando alla Dda, fu organizzato a Brescia (tuttavia l’aggravante del fiancheggiamento alla mafia era già caduta in primo grado, al termine del processo in abbreviato). I giudici di secondo grado hanno sostanzialmente ribadito le condanne.

Pena confermata, 6 anni e 8 mesi, al 44enne calabrese Francesco Candiloro, che aveva una laboratorio di pasticceria a Brescia; alla guardia giurata Massimiliano Cannatella, quattro anni (già coinvolto nel procedimento del presunto tentato assalto al caveau della Mondialpol Vedetta 2 di Calcinato e erroneamente definito pentito al processo di primo grado). E ancora, 5 anni e 4 mesi alla “gola profonda“ Philip Spinel, che fornì alla procura nomi e dettagli della vicenda, mentre è stata ridotta (da 6 anni e 11 mesi a 5 anni e 5 mesi) quella al 50enne operaio di Flero Gianenrico Formosa. Si è ritrovato con due mesi in più , invece, Vincenzo Larosa, che era stato bloccato in Calabria, cui erano stati inflitti dal gup sei anni e ora ha riportato 6 anni e 2 mesi. Resta l’assoluzione di Michelangelo Tripodi e del magazziniere di Nuvolera Giuseppe Zappia, come deciso dal gup.

Le accuse, a vario titolo, erano quelle di ricettazione e detenzione di armi da guerra. Tripodi e Candiloro sono imputati in contemporanea ad Ancona per l’omicidio di Francesco Bruzzese, fratello del pentito Girolamo, freddato il 25 dicembre 2018 a Pesaro con venti colpi di pistola (già condannati all’ergastolo in primo grado).

Era l’autunno 2021 quando scattarono fermi e arresti tra Nord e Sud. Stando a chi indaga, Candiloro e Formosa ingaggiarono Spinel per piazzare nel luglio 2022 una bomba sotto l’auto del “traditore“ della cosca. Una bomba detenuta fino a poco prima in un capannone di Isorella, a Brescia, e poi rinvenuta dagli inquirenti nel bosco in Veneto. Il piano naufragò per l’assenza del bersaglio.