Attacco hacker alla sanità, non è finita: Como e Varese ancora in ginocchio

Sei giorn i dopo il blitz il sito di Ats Insubria ancora disattivato. Riabilitati solo i servizi legati al Covid

Il servizio tamponi è stato ripristinato

Il servizio tamponi è stato ripristinato

Como - È disattivato ormai da sei giorni il sito di Ats Insubria, staccato da giovedì scorso in via cautelare dopo essere finito al centro di un attacco hacker che aveva completamente bloccato i computer dei dipendenti. "Proseguono le attività di ripristino dei programmi con impatto diretto sugli utenti – spiega in una nota l’Agenzia di Tutela della Salute di Como e Varese diretta da Lucas Maria Gutierrez – in particolare sono stati riattivati i sistemi collegati alla gestione Covid".

In un primo tempo infatti la conseguenza più pesante dell’attacco era stata l’impossibilità da parte dei residenti delle due province, che contano una popolazione di oltre un milione di abitanti, di chiedere tamponi molecolari. Adesso questo problema sembra essere stato superato, anche per quel che riguarda i documenti di inizio e fine della quarantena scolastica. In questi giorni si è lavorato anche per ripristinare l’assistenza domiciliare mentre gli altri servizi ambulatoriali fortunatamente non hanno subito interruzioni. "Proseguono le operazioni per la rimozione del virus dalle singole postazioni dei dipendenti di Ats Insubria", conclude l’azienda che attraverso i suoi tecnici informatici sta passando al setaccio tutti i terminali, una media di 50 pc al giorno, proseguendo i controlli a ritmo continuo senza fermarsi neppure nel week-end. Solo quando tutte le postazioni saranno sicure il sito potrà tornare on-line, ma nessuno può dire ancora quando.

L’operazione di messa in sicurezza dell’intero apparato informatico di Ats Insubria potrebbe infatti richiedere anche alcune settimane. Alcuni file infetti sono stati prelevati e inviati al Cyber Security Operation Center di Aria Spa per le necessarie verifiche. "L’attacco hacker ai sistemi informatici dell’Ats Insubria è un fatto molto grave, sia per i disagi che ha portato agli utenti, sia per le implicazioni che potrebbe avere – si erano lamentati nei giorni scorsi i consiglieri regionali del Pd, Samuele Astuti e Pietro Bussolati –. Torniamo a chiedere di fare chiarezza, in Lombardia ogni struttura sanitaria ha un suo software di gestione, del quale dovrebbe curare direttamente la sicurezza. Un sistema che non ha senso, né dal punto di vista economico, né funzionale. La cybersecurity deve essere centralizzata e rinforzata".

In particolare l’attacco al sistema informatico di Ats Insubria sarebbe avvenuto attraverso il "phishing", un tipo di truffa che spesso viene compiuta inviando mail che invitano a collegarsi con siti civetta in tutto e per tutto simili a quelli istituzionali, ma che in realtà consentono agli hacker di rubare password, codici e tutti i dati sensibili una volta immessi.