Assassinio della piccola Sharon I giudici ricostruiscono l’orrore

L’aggressione di Gabriel Marincat è iniziata all’ora di pranzo, poi sono seguiti gli abusi e le botte

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di Paola Pioppi

"Inspiegabilmente nervoso": così si era definito Gabriel Robert Marincat, 26 anni, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Como, durante il processo in cui era accusato dell’omicidio di Sharon Barni. La bimba era morta l’11 gennaio dello scorso anno, a causa delle percosse ricevute da Marincat, e dopo aver subito violenza sessuale. I dettagli delle ultime ore della bimba, emergono dalle motivazioni della sentenza che il 6 dicembre lo ha condannato alla pena dell’ergastolo. "Durante il pranzo – si legge – era diventato inspiegabilmente nervoso, e aveva iniziato a darle schiaffi dietro la nuca, a strattonarla, a prenderla da sotto il mento sollevandola dal seggiolino. Non ha saputo spiegare il suo stato di agitazione, dicendo di non essere mai stato una persona aggressiva". Alla Corte, l’imputato aveva poi raccontato di aver abusato della bimba mentre le cambiava il pannolino: "Anche in tal caso, senza darsi una spiegazione del suo gesto".

Poco prima di raccontare quel pomeriggio di botte e violenze che ha causato la morte della piccola, l’imputato aveva premesso di aver sempre avuto un buon rapporto con Sharon in quei pochi mesi in cui aveva convissuto lei e la madre, e che quel giorno aveva deciso di rimanere con lei a casa, anziché portarla dai nonni come accadeva solitamente, per far crescere la confidenza tra loro due. Dopo pranzo, quando si erano seduti sul divano per vedere la televisione, la bimba gli si avvicinava con i suoi giocattoli, cercando di richiamare la sua attenzione: ed è stato a questo punto che lui ha iniziato a colpirla, ancora una volta in preda a uno stato di nervosismo incontrollabile. "La spintonava, la tirava per le mani e per i capelli, la schiaffeggiava e la colpiva con il palmo delle mani. Forse le dava anche due pugni". Fino al momento più drammatico: "lanciandola su un tappetino a terra, le faceva sbattere con forza la nuca". Ma anche poco prima l’aveva spintonata, facendole sbattere la testa contro lo stipite di una porta.

Poi la bimba si era accasciata sul divano: "Stava lì tranquilla – ha detto Marincat – l’avevo messa a dormire". Solo qualche ora più tardi, alle 18, aveva iniziato a capire che la piccola non riusciva a riprendersi, aveva chiamato la sua compagna. Per l’omicidio di Sharon Barni, Gabriel Robert Marincat è stato condannato all’ergastolo. La sentenza è stata letta lo scorso 6 dicembre dai giudici della Corte d’Asside di Como, a conclusione di un processo breve, che in poche udienze aveva ripercorso la tragica morte della bimba di soli 18 mesi, avvenuta tra il pomeriggio e la sera dell’11 gennaio del 2021.