Albiolo, evade il fisco per 10 milioni di euro ma incassa aiuti di Stato per la pandemia

Maxi giro di affari con l’importazione di moto da cross, in carcere 45enne di Albiolo. Arrestato il complice

Guardia di Finanza

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Albiolo (Como), 16 ottobre 2021 - Ha evaso 10 milioni di euro di tasse, ma ha incassato un aiuto di Stato di 30mila euro sfruttando la pandemia. Per questo è stato arrestato. In cella è finito ieri Giovanni Angiotti, 45enne di Albiolo, provincia di Como, importatore e piazzista in Italia di moto da cross sottocosto in nero. Ora è in carcere nella casa circondariale del Bassone di Como. Con lui è stato arrestato, ma ai domiciliari, Nazzareno Piras di 64 anni di Somma Lombardo, Varese, considerato una sua testa di legno. Risulta indagato pure un 65enne di Valmorea, sempre nel Comasco, già al Bassone per altro. A svolgere le indagini sono stati gli investigatori della Guardia di finanza di Olgiate Comasco, coordinati dai magistrati della Procura della Repubblica di Como. Il commerciante di moto, sfruttando società intestate anche a prestanome dopo essere stato costretto a chiudere le sue con cui avrebbe dovuto versare nelle casse dell’erario un conto arretrato appunto di 10 milioni di euro, tra il 2015 e il 2020 avrebbe importato dall’estero migliaia di moto senza pagare le tasse per poi rivenderle in Italia a prezzi concorrenziali più bassi di quelli dei concessionari o dei costruttori, sempre senza versare un centesimo di imposte. Si stima che il giro di affari non dichiarato sia di almeno 15 milioni di euro. "Ciò gli ha permesso di aggiudicarsi una posizione di privilegio sul mercato, potendo praticare prezzi di vendita ai clienti molto inferiori e di garantirsi un cospicuo introito per ogni mezzo venduto", spiega il capitano Salvatore Stella, comandante dei finanzieri della compagnia di Olgiate. Oltre ai vari reati fiscali e alla concorrenza sleale "ha richiesto ed ottenuto un finanziamento garantito dallo Stato per un valore di 30mila euro, in occasione dell’emergenza pandemica da Covid-19 sulla scorta di dati non veritieri", prosegue l’ufficiale della Finanza. Il tutto con la complicità del varesotto finito ai domiciliari, che si è prestato a spacciarsi e figurare al suo posto come amministratore unico di alcune sue società, come la "Ag Trade Unipersonale" e la "Ag Trade", che guarda caso avevano sede proprio a casa dell’importatore. Oltre alle manette i militari della Finanza hanno fatto scattare diverse perquisizioni per raccogliere altre prove, visto che i due hanno distrutto tutti i documenti, e bloccare 2 milioni di euro in conti, azioni, quote societarie e beni mobili e immobili da sequestrare come "caparra" per tutte le tasse non pagate.