Aiutò una famiglia ebrea a rifugiarsi in Svizzera, si ricorda Luzzani

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Era un eroe borghese o più semplicemente un uomo giusto il notaio comasco Raoul Luzzani che, durante la 2ª guerra mondiale, rischiò la vita per salvare una famiglia di ebrei dalla deportazione. Il suo gesto sarà ricordato lunedì mattina a Villa Carlotta dove Luzzani, che fu anche presidente dell’Ordine dei Notai della provincia, fece parte del collegio dei revisori dei conti dell’ente nel dopoguerra.

A ricostruire la sua storia sono state Paola Fargion e Meir Polacco, da anni impegnati nella ricerca del riconoscimento a “Giusti tra le Nazioni“ presso il Memoriale della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme di tanti eroi ancora sconosciuti. Proprio come il notaio Luzzani che dopo l’8 settembre 1943, durante le persecuzioni antiebraiche, davanti a due testimoni firmò il documento che salvò la vita alla professoressa Gemma Volli e con lei a tutta la famiglia Pardo di Bologna nella loro fuga disperata verso la Svizzera.

Proprio quell’atto consentì alla famiglia di poter espatriare salvandosi dalla deportazione in un campo di concentramento e da morte praticamente certa. Un atto eroico quello del notaio comasco che non aderì mai al fascismo e con quella firma rischia di essere lui stesso perseguitato. Domani a Villa Carlotta ci saranno anche lo storico bolognese Luca Alessandrini, nipote del professore Angelo Tarozzi amico del notaio Luzzani e preside del Liceo Volta di Como durante la Shoah, e Lucio Pardo testimone diretto di quei fatti visto che all’epoca era il bambino più piccolo della famiglia ebrea che riuscì a rifugiarsi in Svizzera, a Bruzella. All’evento parteciperanno gli studenti dell’Istituto Superiore Statale Vanoni che con la loro partecipazione diventano testimoni della Memoria che si rinnova e vive nei giovani. Al termine dell’incontro avverrà la cerimonia di dedica. "Un albero in memoria del Notaio Luzzani".

Roberto Canali