PAOLA PIOPPI
Cronaca

Botte, sputi e insulti al figlio di 14 anni per i motivi più futili: mamma (e volontaria) rinviata a giudizio

Como, il ragazzo era diventato il bersaglio dei suoi sfoghi da quando il padre se ne era andato. La donna di 43 anni che lavora per diverse associazioni è accusata di maltrattamenti e lesioni

Il tribunale di Como

Il tribunale di Como

Como – Quando parlava di suo padre, il ragazzo non poteva spendere una sola parola di apprezzamento. Se capitava andava incontro alle ire incontrollabili che scattavano nella madre, subito pronta a insultarlo e picchiarlo, arrivando in una occasione anche a colpirlo sulla schiena con una sedia, facendolo finire in ospedale con una lesione alla zona lombare. Ora per la donna, 43 anni, è stato fissato il processo con giudizio immediato per maltrattamenti e lesioni, al termine delle indagini coordinate dal procuratore di Como Massimo Astori.

A carico dell’imputata, che presta opera come volontaria in diverse associazioni di assistenza alla persona, sono stati raccolti elementi e ricostruzioni che testimoniano una serie di episodi violenti commessi nei confronti del figlio di 14 anni. Perché per il ragazzo, rimasto a vivere con la madre, era diventato il bersaglio dei suoi sfoghi, che si traducevano in percosse, insulti e mortificazioni. Lo derideva per i suoi tic nervosi, gli augurava di morire. Il peggio arrivava quando il ragazzo esprimeva apprezzamenti sul padre, ricevendo in cambio schiaffi, testate, sputi, percosse con mestoli, cucchiai di legno e il bastone della scopa, immediato sfogo di una frustrazione e rabbia nei confronti dell’ex coniuge, di cui non si è mai liberata.

Ma la donna lo picchiava anche per motivi molto più banali e che il ragazzo non poteva prevedere, come l’essere entrato in camera della madre senza chiederle il permesso. A gennaio 2021 l’episodio più grave, quando la donna avrebbe afferrato una sedia, colpendo il figlio nella zona lombare. In quell’occasione, era finito al pronto soccorso del Sant’Anna, visitato e sottoposto ad esami, e poi dimesso con una diagnosi di "contusione dorso lombare", finita ora tra gli elementi di accusa. Nel frattempo, da quando è accaduto l’episodio più grave che ha fatto emergere le aggressioni continue di cui era vittima, il ragazzo si è trasferito a vivere con il padre.