
Massimo Cellino
Sono ore molto delicate in casa del Brescia. L’ufficializzazione delle dimissioni del presidente Massimo Cellino sta generando una serie di conseguenze che, a catena, riguardano non solo il presente, ma anche (e forse soprattutto) il futuro del Brescia. In effetti dopo i contatti che ci sono stati nei mesi scorsi con alcuni possibili acquirenti e che non hanno avuto alcun sviluppo concreto, si sta facendo largo l’ipotesi che a questo punto la società biancazzurra sia effettivamente in vendita. A tal proposito, dopo i dubbi e le cifre che circolavano in precedenza (si è giunti a parlare di una possibile richiesta di 40 milioni), i soliti bene informati sono pronti a ritenere che sulla base di 30 milioni di euro si potrebbe giungere al fatidico accordo. Il problema, però, rimane quello di individuare chi potrebbe portare a termine un’operazione così impegnativa. Alcuni imprenditori o cordate che nei mesi scorsi hanno bussato alla porta del Brescia si sono defilati oppure hanno trovato altrove la soluzione ai loro desideri.
Rimane poi il fatto, da sempre cruciale in terra bresciana, che un tessuto imprenditoriale importante come quello della città della Leonessa non riesca ad esprimere figure che abbiano il coraggio di prendersi a cuore le sorti della squadra della propria città. In attesa di verificare come evolveranno le sorti della società, è doveroso analizzare le possibili conseguenze sul campo. Proprio ieri, quasi in contemporanea con l’annuncio ufficiale delle dimissioni del presidente Cellino, le Rondinelle hanno ripreso ad allenarsi al centro sportivo di Torbole. Una seduta, alla quale, oltre all'acciaccato Cistana che si allena a parte, non ha preso parte Karacic, partito per disputare i Mondiali con la sua Australia, che si è svolta in un’atmosfera davvero singolare. Prima di scendere sul terreno di gioco, infatti, lo staff e i giocatori sono stati informati dell’accaduto dal responsabile tecnico Giorgio Perinetti. L’esperto dirigente ha cercato di rassicurare tutti sulla solidità della società e sul fatto che il percorso stagionale non subirà alcuna modifica. Il gruppo, confortato sulla puntualità degli stipendi, dovrà continuare a dare il massimo sul campo, senza alcun’altra preoccupazione rispetto a quella di conservare, almeno, il posto in serie B. La situazione che si è venuta a creare, però, indirizza preoccupazioni ben precise sul mercato invernale, visto che, stando così le cose, ben difficilmente il Brescia potrà compiere operazioni per rinforzarsi, ma è facile prevedere che non saranno in pochi a chiedere di venire trasferiti altrove, con il rischio (da non escludere a priori) di assistere ad una rivoluzione sul campo dopo quella che ha preso il via a livello societario dopo il passo indietro compiuto dall’ormai ex presidente Cellino.