FEDERICA PACELLA
Economia

Fabbriche in cerca di lavoratori, Franco Beretta: “Ora il governo tagli le tasse”

Il presidente di Confindustria Brescia: "Noi facciamo molto ma serve un intervento forte sul cuneo"

Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia

Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia

Nove aziende manifatturiere bresciane su 10 faticano a trovare le figure professionali che cercano. Una zavorra chiamata mismatch che pesa sulla manifattura del territorio, tra le locomotive dell’economia nazionale, come emerso dall’indagine del Centro Studi di Confindustria Brescia con l’area Education e Capitale Umano.

Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia, c’è un problema di disallineamento tra percorsi di studio e richieste delle imprese? Cosa può fare il mondo imprenditoriale?

"Posso dire, con un certo orgoglio, che stiamo già facendo molto. Sia a livello comunicativo – denunciamo il problema da ormai diversi anni – che sul lato più strettamente pratico. La nostra risposta è rappresentata dagli Its Academy, gli Istituti tecnici superiori. Il tasso di occupabilità, ad oggi, è la migliore pubblicità per gli Its: parliamo dell’80% a livello nazionale e del 90% sul territorio bresciano. Serve però insistere, perché queste realtà, come emerso dalla nostra ricerca, sono ancora poco conosciute. Da qui dobbiamo partire, continuando a puntare, in generale, anche sulle materie Stem. Uno dei nodi è anche il calo demografico, che richiede risposte strutturali a livello nazionale".

Cosa chiedete al Governo, su questo fronte?

"Purtroppo il mismatch di natura quantitativa sarà destinato a esacerbarsi anche per il progressivo invecchiamento dei residenti. In questo senso, auspichiamo che il Governo posso pensare a progetti di ampio respiro in grado, ad esempio, di ridurre il costo del lavoro, che in Italia resta tra i più alti d’Europa. Riducendo il cuneo fiscale crescono i salari, e potrebbe aumentare la propensione a fare figli, tema che sembra stia sempre più preoccupando i nostri giovani soprattutto per le conseguenze economiche di tale scelta. In generale, comunque, occorre una progettualità di medio-lungo periodo, e non azioni ‘spot’. In questo senso, un’immigrazione strutturata può essere un’importante risorsa. Penso, in particolare, alla zona del nord Africa e al riferimento concreto del Piano Mattei. In tal senso, inoltre, la nostra Associazione, con i vice presidenti Elisa Torchiani e Roberto Zini, ha più volte dato piena disponibilità a mettere in campo progetti formativi dedicati a chi intende inserirsi nel tessuto industriale".

C’è un tema anche di retribuzioni che può spiegare la difficoltà di trovare personale?

"Posso rispondere per il solo comparto manifatturiero, e nel nostro caso direi di no. Il contratto nazionale metalmeccanico applicato dalle nostre aziende garantisce minimi retributivi ben superiori alla questione del salario minimo, più volte dibattuta negli ultimi mesi. Nel 2023, la clausola di salvaguardia legata all’indice Ipca ha garantito adeguamenti salariali per la difesa del potere d’acquisto, eroso dall’inflazione dell’ultimo biennio. A ciò si aggiunge un sempre più articolato sistema di welfare sul territorio".

Guardando in prospettiva, l’intelligenza artificiale potrà diventare alleata delle imprese a fronte della carenza di personale?

"Considero l’AI una sfida e quindi un’opportunità della stessa portata di ciò che è stato l’avvento dell’energia elettrica nella seconda metà dell’800. Certamente, con l’intelligenza artificiale, le aziende possono ottimizzare le attività, come già successo con l’automazione attraverso i robot, lasciando alle persone – sempre centrali – la gestione delle mansioni a maggior valore aggiunto. Un grande supporto, senza però dimenticare che, per interagire con la tecnologia dell’AI, sono necessarie competenze umane quali pensiero critico, creatività, intelligenza emotiva, collaborazione e adattabilità. Gli stessi esperti sostengono che l’esistenza della tecnologia sia legata indissolubilmente alla metodologia di inserimento dei dati, che possano poi garantire un output corretto. Per riuscirci è vitale continuare a investire nella formazione delle persone, che sono insostituibili".