Concesio, benefattore anonimo restaura e dona il dipinto dei santi patroni alla parocchia

Ha deciso di offrire l'opera raffigurante i santi Faustino e Giovita alla Parrocchia di Sant'Antonino a Concesio in occasione del giorno in cui si celebra la festa dei patroni

Restauro a regola d'arte per la tela, datata tra la fine del '500 e gli inizi del '600

Restauro a regola d'arte per la tela, datata tra la fine del '500 e gli inizi del '600

Il 15 febbraio è per consolidata tradizione una giornata speciale per i fedeli bresciani che in quella data celebrano la festa dei loro santi patroni, Faustino e Giovita. Una ricorrenza che quest’anno acquisterà un significato speciale per la Parrocchia di Sant’Antonino a Concesio, che riceverà in dono da un benefattore che ha scelto di rimanere anonimo un dipinto che raffigura i santi patroni che lui stesso ha dapprima trovato e poi fatto restaurare.

Una storia particolare, che racconta anche un gesto di affetto per la propria Parrocchia e per l’arte sacra che ha preso il via dalla decisione della famiglia, che deteneva l’opera, di farla vedere e di metterla a disposizione del donatore. Da subito si è fatta largo un’idea ben precisa: “Non mi è sembrato giusto che fossi solo io a beneficiare di un dipinto come questo – è stato il commento dello stesso benefattore – Mi è parso più corretto metterlo a disposizione dell’intera comunità ed ho deciso di donarlo a mia volta alla Parrocchia di Sant’Antonino e ai suoi fedeli, sfruttando l’occasione di una celebrazione sempre molto sentita come quella dei santi patroni”.

Restauro a regola d'arte per la tela, datata tra la fine del '500 e gli inizi del '600
Restauro a regola d'arte per la tela, datata tra la fine del '500 e gli inizi del '600

Il “singolare mecenate” ha così contattato il professor Leonardo Gatti che, conosciuta la vicenda, non ha perso tempo e, insieme al suo staff, ha cominciato l’impegnativo restauro del quadro: “Si è trattato di un intervento alquanto complesso – è la spiegazione del restauratore bresciano – Quando il dipinto è arrivato nel nostro studio, si trovava in condizioni abbastanza critiche. Era stato incollato su un supporto rigido per rimediare ad una serie di rotture e di tagli che presentava su tutta la superficie. Abbiamo distaccato la tela da questo supporto, abbiamo ripulito tutto il retro e abbiamo ricucito i tagli. In seguito lo abbiamo riportato su una nuova tela, lo abbiamo ripulito ed abbiamo recuperato le tinte originali che erano completamente offuscate da uno strato di sporco molto spesso”.

Per quel che riguarda più strettamente l’aspetto storico-artistico, l’opera è diventata oggetto di un approfondito studiato da parte di un esperto come il dottor Angelo Loda della Soprintendenza: “Il dipinto – è la sua analisi - illustra i Santi Faustino e Giovita e comprende il reliquario della Santa Croce. Si tratta di un’iconografia abbastanza rara. Basti pensare che in tutto il territorio bresciano ci sono solo poco più di una decina di dipinti simili. Per quel che riguarda la possibile datazione, lo farei risalire verso la fine del Cinquecento, tra il Cinquecento e la prima parte del Seicento, come confermano le influenze morettesche che si possono scorgere. Si tratta di un’opera che merita di essere vista ed offre alcuni particolari singolari, come il fatto che il santo di sinistra, Faustino, viene raffigurato più bello rispetto a quello di destra, Giovita, ma è una caratteristica che si può ritrovare in diverse opere dedicate ai due santi patroni”. Un cimelio della devozione che risale indietro nei secoli e che ora è stato riportato ai suoi originari splendori per un prezioso regalo di cui da giovedì 15 febbraio potranno usufruire i fedeli della Parrocchia di Sant’Antonino a Concesio e tutti gli amanti dell’arte sacra, bresciani e non solo.