di Rosella Formenti
"Da noi non te ne andrai mai, sei nel posto più sicuro, nei nostri cuori e nessuno ti potrà fare del male": sono le parole commosse, piene di affetto, che ieri un’amica, Maria Cimolato Sansone, ha dedicato al termine dei funerali a Giuseppina Caliandro, la 41enne travolta e uccisa da un’auto la sera del primo luglio a Gemonio. L’uomo alla guida, già identificato, è ricercato per omicidio volontario: voleva farle del male, voleva ucciderla.
Ieri mattina tante le persone che nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano a Tradate hanno voluto salutare Giusy, come la chiamavano gli amici, stretti ai familiari in un momento di così grande dolore.
Ad officiare il rito funebre, don Fabio Turba: "Siamo qui per salutare la nostra Giusy, strappata alla vita in modo violento. Quello che è successo ci ha lasciato devastati, ma siamo qui per accompagnarti in un’altra vita, più alta e più vera di questa".
Accanto ai familiari, le ex compagne della squadra giovanile di calcio con cui aveva giocato in passato, gli amici, tanti, che per ricordare Giusy, che per anni aveva fatto la barista, hanno indossato una maglietta di colore rosso, il colore del bitter con cui festeggiava i momenti speciali condivisi con loro, rimasti ricordi indelebili come il suo sorriso, la sua allegria contagiosa.
Al termine dal sacerdote sono stati letti alcuni pensieri degli amici. "Chi ti ha incontrato nel cammino della sua vita non potrà mai dimenticarti – ha scritto Maria Cimolato Sansone – ora è arrivato il momento di lasciarti volare in un mondo migliore, dove non esistono pregiudizi o cattiverie, anche lassù porta il tuo sorriso, abbraccia il mio bambino e prenditi cura di lui. Tu da noi non te ne andrai mai, sei nel posto più sicuro, nei nostri cuori, nessuno ti potrà fare male".
L’ultimo abbraccio per Giusy Caliandro, un applauso all’uscita del feretro sulle note di due canzoni di Vasco Rossi che amava e cantava con gli amici: Angeli e I soliti, anche lei ora è "libera, libera di volare".
L’uomo alla guida dell’auto che l’ha travolta provocandone la morte è ancora ricercato. In un primo momento, dopo l’incidente, si era pensato a un pirata della strada, invece grazie alle testimonianze raccolte dai carabinieri è emerso che chi guidava la macchina, da cui la donna era scesa davanti alla sua abitazione urlando come se stesse litigando, ha voluto investirla volontariamente.
Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno ritrovato la vettura con evidenti i segni dell’investimento, le ricerche dell’omicida continuano, anche all’estero.