Brescia, insegnante uccisa a coltellate dal marito: "Non sa spiegare gesto"

Il legale di Antonio Gozzini: "Siamo davanti ad una persona alle prese con una forte depressione e che non sa spiegare il perché di quanto commesso"

La polizia scientifica sul luogo dell'omicidio (Fotolive)

La polizia scientifica sul luogo dell'omicidio (Fotolive)

Brescia, 5 ottobre 2019 - Accertamenti in corso sull'orario della morte di Cristina Maioli, insegnante 62enne uccisa dal marito, Antonio Gozzini, anche lui docente ma in pensione da qualche anno. Stando a quanto ricostruito l'omicidio scoperto nel pomeriggio di ieri sarebbe avvenuto addirittura il giorno prima. Ieri il 79enne ha chiamato le forze dell'ordine spiegando di aver ucciso la moglie. L'uomo avrebbe raccontato al pm Claudia Passalacqua di aver chiamato la Polizia in un momento di lucidità dopo aver tentato di togliersi la vita tagliandosi le vene e ingerendo antidepressivi. "Siamo davanti ad una persona alle prese con una forte depressione e che non sa spiegare il perché di quanto commesso" spiega il legale dell'uomo, l'avvocato Jacopo Barzellotti che nega che tra la coppia ci fossero tensioni. Il 78enne è stato portato in carcere in stato di fermo.

Il dramma è avvenuto tra le mura domestiche, nell’appartamento al sesto piano del palazzo che si affaccia su via Lombroso in città. Gozzini si sarebbe avventato sul corpo della consorte addormentata. Prima l’ha tramortita con un mattarello. Quindi - la donna ancora viva - l’ha colpita più volte con un coltello da cucina all’altezza della gola fino ad ucciderla. Infine con la stessa lama si è procurato dei tagli ai polsi, pare con l’intento di suicidarsi

L'interrogatorio di convalida del fermo si terrà lunedì, quando il giudice per le indagini preliminari sentirà Gozzini. Spetteràal gip decidere se l'uomo dovrà rimanere in carcere o essere ricoverato in una struttura sanitaria.