"Tribunale per le persone e le famiglie Senza risorse resterà solo un nome"

La presidente Cristina Maggia: irrealizzabile, servono personale e un sistema informatico

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Il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie? Un nome "evocativo, ma del tutto irrealizzabile" senza risorse umane e digitali. Cristina Maggia, presidente di Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni per la Famiglia (Aimmf ) e del Tribunale dei minorenni di Brescia, è tornata a ribadire la forte preoccupazione sulla riforma del processo civile, che, da giugno 2023, inciderà in maniera significativa nella materia familiare e minorile.

Dalla ricognizione fatta da Aimmf, la carenza cronica di personale, l’assenza di processo telematico e di un sistema informatico adeguato che dialoghi con gli altri sistemi del mondo della giustizia, "renderanno la riforma del tutto inattuabile e ingestibile". Ad esempio, escludere dalle istruttorie i giudici onorari, senza implementare le piante organiche degli uffici giudiziari minorili, renderà impossibile intervenire in modo tempestivo anche in situazioni emergenziali. Restano, poi, le perplessità su una riforma definita di natura reazionaria, che, concentrandosi solo su situazioni di violenza di genere "ha trascurato la centralità della tutela del minore inserito in famiglie fortemente disfunzionali" e quindi traumatizzato, eliminando i presidi esistenti per la correzione delle possibili imperfezioni "a favore di una struttura ordinamentale e processuale che privilegia coloro che potranno sostenerne le spese".

F.P.