Federica Pacella
Cronaca

Terre rare e la via bresciana: litio dalle batterie usate: “Ora l’industrializzazione”

Il progetto dell’Università degli Studi di Brescia passa alla seconda fase. Il Ministero mette un milione per replicare il processo su larga scala ovvio interesse”

Presentazione all’Università di Brescia

Presentazione all’Università di Brescia

Brescia, 26 febbraIO 2025 –  Strategico e, per ora, unico. La speranza di potersi affrancare da Paesi terzi, e dalle dinamiche geopolitiche, per l’approvvigionamento di materiali critici passa anche dal progetto dell’Università degli Studi di Brescia, che, grazie al team di ricerca guidato da Elza Bontempi e Laura E. Depero, ha individuato un processo efficiente ed economico per estrarre litio, cobalto, manganese da batterie esauste, fondamentali per la transizione ecologica, attraverso il forno a microonde.

"Il Paese ha un bisogno enorme di attività di questo genere – ha spiegato Alberto Calvo, di Mito Technology -. Occorre far emergere le menti più brillanti, le realtà più eclatanti, per organizzare attorno ad esse un distretto industriale”. Mito Technology, attraverso il fondo Progress Tech Transfer, ha finanziato lo studio di fattibilità che ha confermato il potenziale delle nuove tecnologie proposte dal gruppo di ricerca di Fondamenti chimici per le Tecnologie. Alla base, la collaborazione tra Università degli Studi di Brescia, Instm e Csmt. Ora si passa alla fase due, lo step per l’industrializzazione, per capire se quanto fino ad ora è stato realizzato in laboratorio, può essere industrializzato su larga scala. Le premesse sono buone, tanto che il Ministero dell’Università e della Ricerca, con bando Fisa, ha destinato 1 milione di euro alla progettazione e realizzazione di un impianto pilota, ovvero di un forno a microonde per lo sviluppo di questa tecnologia innovativa (progetto Caramel). Il forno sarà realizzato sempre nel Csmt; si pensa ad una struttura modulare, per quantitativi di qualche chilogrammo (oggi si è lavorato sui 200 grammi). «I risultati ottenuti – spiega Bontempi - dimostrano che è possibile coniugare innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale, contribuendo anche alla creazione di un mercato nazionale per il riciclo delle batterie». Per Riccardo Trichilo, Ceo del Csmt, «sentiamo molto parlare, in queste ore, di terre rare. L’Italia non ha materie prime, il riciclo è la nostra miniera, per cui c’è ovvio interesse, anche dal mondo industriale”.